martedì 28 novembre 2017

CATIA MASSETTI: libri riguardanti temi sensibili, quali sono?





Media e social, locali e non, si stanno occupando di una direttiva della Giunta comunale di Todi, proposta dagli assessori alla famiglia e alla cultura, che ha ad oggetto libri per bambini non meglio identificati se non come “riguardanti temi educativi sensibili”.
Dopo un’ampia premessa in cui si dichiara la volontà di far diventare tutti i servizi del territorio “a misura” di famiglia, anche le “agenzie formative”, si afferma la necessità di dare “priorità” ad ogni livello di governo ai genitori e alla “cosiddetta famiglia naturale nell’educazione dei figli, ma anche nel riconoscimento degli specifici ruoli delle agenzie formative”.
La premessa appare volutamente confusa e ambigua, se da una parte si dà valore al pluralismo culturale, che dovrebbe mettere sullo stesso piano le diverse scelte educative che i genitori possono praticare, dall’altra si dice che occorre dare “priorità alla cosiddetta famiglia naturale”.
Molto chiaro invece è il contenuto della direttiva assunta dalla Giunta Ruggiano: “predisporre anche nella Biblioteca comunale di Todi soluzioni che la rendano maggiormente fruibile per bambini e famiglie” collocando “testi che hanno come contenuto tematiche sensibili, controverse sul piano scientifico e divisive tra le famiglie, come la omogenitorialità, la gestazione per altri piuttosto che le unioni same sex, e altri contenuti di carattere sessuale, nelle sezioni per adulti anche se consigliati dalle case editrici per fasce d’età infantili”.

La Biblioteca del Comune di Todi, di cui si vorrebbe migliorare la fruibilità, è un servizio molto attivo e fruibile per gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado della città, per i singoli cittadini e per le associazioni che collaborano nell’organizzazione di una serie di iniziative che vanno dalla promozione della lettura, all’organizzazione di laboratori creativi per adulti e bambini, all’approfondimento di temi legati alla tradizione storica e culturale del territorio.
La Biblioteca Leoni è inserita nel sistema delle biblioteche pubbliche italiane, aderisce all’Associazione Italiana Biblioteche e contribuisce ad attuare il Progetto “Nati per Leggere”, collabora con il Centro per il Libro e la Lettura per iniziative come ”Il Maggio dei Libri” e “In Vitro”.

E, come tutte le biblioteche pubbliche, garantisce un diritto fondamentale per gli esseri umani: “accedere alle espressioni della conoscenza, del pensiero creativo e dell'attività intellettuale, e di esprimere pubblicamente le proprie opinioni”, “ a tal fine, le biblioteche…devono… acquisire, conservare e rendere disponibile la più ampia varietà di materiali, riflettendo la pluralità e la diversità della società.” (Dichiarazione sulle biblioteche e sulla libertà intellettuale dell'IFLA/FAIFE)
Ecco, a questo servizio pubblico verrebbe imposto di spostare, dalla sezione per bambini a quella degli adulti, dei libri, non meglio identificati, ma su cui le case editrici, secondo regole tecniche condivise, indicano chiaramente la fascia di età a cui si rivolgono.

Non sappiamo con quale criterio verranno scelti questi libri e come si effettuerà la scelta, certamente non basta la direttiva di Giunta, che non è un vero e proprio atto amministrativo, ma un  atto di indirizzo, che identifica una precisa scelta politica, ma non produce effetti se non vengono predisposti gli atti conseguenti dai funzionari preposti all’attivazione dei procedimenti.
Dubito però che sia possibile dare attuazione a questa disposizione, poiché la biblioteconomia indica regole e criteri di catalogazione, esposizione e fruizione del patrimonio librario pubblico e può essere considerata uno statuto disciplinare autonomo, alla stregua di altre discipline. Le regole con cui si espongono i libri nelle biblioteche, in parole semplici, non le sceglie l’assessore o il Sindaco di turno!

Inoltre, i cosiddetti “contenuti di carattere sessuale” presenti in questi libri inducono i due assessori a suggerire che vengano letti con l’accompagnamento di un adulto. Ora, posto che i bambini frequentano la biblioteca in compagnia degli adulti, insegnanti e/o genitori e che invece tale presenza  viene suggerita solo per quei libri, di che parlano? Che libri ci sono sugli scaffali riservati ai più piccoli?

La questione sembra costruita apposta per ingenerare timori e sospetti sulle attività che si svolgono in biblioteca. Si faccia chiarezza e si dica qual è l’obiettivo vero di questa iniziativa. Alcuni commentatori autorevoli, fra gli altri, la Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, affermano che si voglia creare una lista nera dei libri, come in passato è accaduto nella storia, per ragioni ideologiche, religiose, morali o politiche, è così?

E’ la stessa iniziativa politica che, quando ancora non aveva ruoli istituzionali, qualcuna ha preso nei confronti dei libri del progetto Nati per Leggere alla vigilia del family day? In questo caso ricordo che chi svolge il ruolo di amministratore non può imporre la propria visione culturale, ma ha il preciso dovere di garantire la pari dignità delle culture politiche presenti nella comunità che amministra. E allora è la lista Todi per la Famiglia che passa all’incasso dell’accordo politico siglato per sostenere Ruggiano alle recenti elezioni ammnistrative? 

Iniziative simili sono state portate avanti dai Sindaci di Venezia, Padova, Verona, rispetto a libri a disposizione nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, alcuni dei quali sono classici della letteratura per i più piccoli. Aspettiamo la lista di Todi per sapere di che parliamo.

Su questi temi comunque sono un chiarimento definitivo le Linee guida elaborate dal MIUR sull’applicazione dell’art. 1, comma 16 della legge sulla Buona Scuola, che indicano chiaramente che “educare al rispetto, alla parità tra i sessi, alla prevenzione della violenza di genere", “è un dovere da parte di tutti per prevenire ogni forma di discriminazione e di disparità. E, visto che si tratta di un ambito in cui si intrecciano convinzioni etiche, religiose e culturali, la scuola non può che collaborare con la famiglia.”(Avvenire – L. Moia 27/10/2017).

Finora, però, mai era è stata messa in discussione la funzione e la libertà di espressione delle biblioteche pubbliche, mi auguro che Todi, che primeggia in tanti ambiti,  non voglia detenere questo primato!.

Catia Massetti
Consigliera comunale Partito Democratico

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