giovedì 29 settembre 2016

ENERGIE TUDERTI: ANTONELLA FORNETTI



Che abbia scritto un libro interessante e vivo è cosa nota (procuratevelo perché ne vale la pena, LAURA E LA FATA ZEFFIRINA). Che sia poi una mia cara amica che mi ha visto crescere per me è, se possibile, ancora più significativo.
Ecco a voi, Antonella Fornetti.


Presentati. Di te ci interessa tutto, età studi formazione professione gusti. Ma anche ciò che ritieni di essere stato, ciò che ritieni di essere oggi ( anche cosa saresti voluto) e che vorrai rappresentare in futuro.

Antonella Fornetti, classe 1975. Mi sono diplomata al liceo scientifico Donato Bramante. Successivamente ho conseguito la laurea in lingue e letterature straniere, indirizzo linguistico-glottodidattico discutendo una tesi a sfondo freudiano sulle entità spettrali in Dickens e Maupassant. Dopo la laurea ho cambiato subito strada approdando alla redazione di Tam Tam della Media Valle del Tevere come “apprendista giornalista”. In quel periodo ( quattro anni circa) ho osservato, ascoltato, osato nuove letture, incontrato una gran varietà di gente, lavorato duramente e con passione. Ho avuto la fortuna di avere buoni maestri. Poi, nel 2006, l’altro grande cambiamento: la prima supplenza. E lì si è riaperta quella porta che avevo chiuso a doppia mandata: l’insegnamento, che è attualmente la mia professione, con alti (pochi) e bassi (molti). Contemporaneamente alla scuola pubblica non ho mai reciso il “cordone ombelicale” con The Language Center di Stefania Belli, con cui ho collaborato per sette anni, insegnando italiano agli stranieri. Per me è stata un’esperienza molto significativa, direi fondamentale. Sono “librivora”: leggo di tutto e di più. I miei scrittori preferiti sono Oriana Fallaci, García Márquez, Andrea Camilleri, Zafón, Amélie Nothomb e i classici di tutte le letterature, in particolare quella russa. Amo follemente i romanzi storici. Adoro la musica, cui mi fece appassionare la professoressa Rossana Vitolo Antonelli, che divenne poi la mia insegnante di pianoforte. Mi piacciono gli animali e la campagna, ma ripenso sempre con nostalgia alla mia infanzia nel centro storico di Todi. Penso di essere stata e di essere una figlia devota, una studentessa a volte troppo severa con se stessa, un’insegnante esigente ma giusta. Oggi sono una mamma realizzata, tutto il resto è secondario. La mia vita è piena di se, perché in realtà non ho mai spinto abbastanza sulle due strade che ho intrapreso. Forse rischierò con la terza. In futuro vorrei lasciare una seppur debole traccia di me, qualcosa di cui i miei figli possano essere orgogliosi e vorrei fare qualcosa di concreto per rilanciare la città che da quarant’anni mi culla tra le sue mura. 

E’ vero che a Todi non si riesce, soprattutto da parte dei giovani, a portare avanti progetti innovativi? Se sì perché? Perché non ci sono di questi giovani o mancano risorse mezzi o canali organizzativi e politici? Tu, nel tuo settore di competenza, che progetti proporresti? E saresti capace non solo di lanciare l’idea ma anche di programmarli e gestirli? 

Innanzitutto dobbiamo ammettere una grande verità: noi tuderti ci lamentiamo tanto, ma non facciamo nulla di concreto per risolvere i nostri problemi. Siamo sempre pronti a sparare sul primo che ci prova e godiamo del suo fallimento. Viceversa, se centra il bersaglio, rosicchiamo mobili e suppellettili per l’invidia. A fare da sfondo poi c’è sempre la politica (senza offesa per nessuno). Credo, da profana, che dovremmo pensare al benessere della nostra città cercando di “depoliticizzarci”. Unire le forze a prescindere dagli interessi politici. I giovani e le loro iniziative sono importanti, ma lo è anche la tradizione. Todi non va stravolta. Dovremmo tornare alla “normalità” di venti, trenta anni fa con una spruzzata di novità. In questo senso anche la fascia dai quarantenni in su sarebbe una buona risorsa da spendere. A Todi ci sono tanti gruppi rock e pop. Impieghiamoli per fare da sfondo alle passeggiate dei turisti e di noi tuderti. Da poco ho visitato per l’ennesima volta Montefalco e San Gimignano. Lì il turista si sente coccolato, apprezzato, guidato. La musica sempre accesa. Qualche domenica fa tra le mura di Montefalco esplodevano le note dei Coldplay, suonate egregiamente. Stemperiamo la mestizia delle nostre domeniche. Torniamo a fare le “vasche” in piazza. E quando dobbiamo fare degli acquisti, prima di imboccare la superstrada fermiamoci a visitare i nostri negozi. E’ vero, son rimasti in pochi, ma hanno tutto e i negozianti sono molto professionali. Una volta una mia studentessa giapponese mi disse che amava Todi (ci si è trasferita) perché le sembrava di “camminare sulla storia”. E’ questa la nostra forza, sfruttiamola, valorizziamola.

 La parola che fa rima con estate è giovani: lì, in quei mesi, le esperienze, le amicizie, gli amori si portano dietro suggestioni che ci rimangono dentro per sempre. Racconta la tua suggestione, quella che porterai con te ovunque andrai. 

Porterò sempre con me il ricordo di una piazza del Popolo stracolma di gente e io e mio nonno a fissarla incantati dalla finestra di casa sua sopra il Bar Duomo. Legata sempre a quel contesto e a quella casa, la tazza di crema con la scorza di limone e i biscotti secchi che mia zia Anna, storica infermiera ferrista dell’ospedale di Todi, lasciava in frigorifero per me e mio fratello quando sapeva che saremmo venuti. 

Cosa vorresti dire a quelli che oggi sono più giovani di te, ai sedicenni ai diciassettenni? Non fate i nostri errori o fate come noi che….Fatevi sentire, organizzatevi o cos’altro? 

Vivete i vostri sedici anni senza eccessi, non scoraggiatevi di fronte alle prime inevitabili delusioni, non fatevi risucchiare il cervello dalla tecnologia, abbiate il coraggio delle vostre passioni, leggete, non omologatevi alla massa (ogni individuo è speciale nella sua unicità) e siate sinceri. La sincerità paga sempre.

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