domenica 26 aprile 2015

INTERVIENE VITTORIO ANNOVAZZI


Ricevo (e volentieri pubblico) un documento sulla ridefinizione politico-organizzativa del PD di Vittorio Annovazzi, democratico e autore dell'e.book "Assemblee buone e assemblee all'italiana", ringraziandolo per il contributo.


 22 aprile ’15
Cari compagni, amici e diciamo meglio cari democratici,
proporrete, discutere per deliberare:
siamo tutti coscienti di una evidente realtà, che da tempo gli analisti politici   giudicano come  pesante ipoteca sulla vita e sull'avvenire del Partito: la convivenza tra la vecchia guardia - che qualcuno identifica nella nomenklatura - che ha le radici culturali ed i modi di comportamento  del vecchio partito comunista  e la base elettorale, che non è abituata a partecipare alla vita di Partito,  ed è scoraggiata a farlo.
La prima fazione rappresenta una parte forse significativa dell'elettorato,  di fatto modesta e non giovane; la seconda, invece, è quella che dà al Partito la maggioranza relativa, vicino a quella assoluta. 
La prima – quella tradizionale - controlla la periferia del Partito e spesso gli enti locali. 
La seconda – quella del rinnovamento  -  determina la politica governativa nazionale, ma ha scarsa se non nulla voce in periferia, pur essendo determinante per il raggiungimento del successo elettorale, e quindi del governo della periferia da parte della "vecchia guardia", che  vive di rendita su di un consenso non suo, situazione che risulta molto pericolosa nel medio e lungo periodo..
La struttura periferica del Partito, lontanissima dal reagire a questa situazione,  si manifesta in sporadiche assemblee, di norma gestite in modo da scoraggiare la presenza delle new entry,  tutto sommato compiaciuta della rendita di posizione che le è dato godere. Queste riunioni tradizionali, risultano  scarsamente propositive e, di fatto, non coinvolgono la parte maggioritaria del rinnovamento, se non relativamente a singoli esponenti e sostenitori, il più delle volte restii a ripetere  una esperienza frustrante: manca quindi anche l’incontro fisico, personale e culturale tra le due anime del partito, incontro che la nomenclatura periferica ha  interesse forse inconscio ad evitare.  Le riunioni, vengono quindi indette e gestite nel peggiore e più scostante dei modi, senza fissare l’orario di inizio e di termine, quest’ultimo mai indicato, ma lasciato alla discrezionalità di chi presiede, e presiede non per designazione degli intervenuti, ma d’impero; senza spesso anticipare l’o.d.g. e fornire informazioni sull’oggetto della discussione; senza stabilire limiti di tempo degli interventi e via elencando…, rifacendosi sistematicamente ad un rituale catacombale di estinti partiti di epoche tramontate. E’ regola costante la discrezionalità assoluta dell’establishment nel mettere in discussione o al contrario ignorare  mozioni, ancorché presentate in conformità all’o.d.g., di modo che le riunioni hanno  esiti scontati e la base riformatrice non può, fin qui, che constatare l’inutilità del proprio eventuale impegno.
Ovviamente qualcuno potrebbe opporre che se mai quanto si denuncia fosse vero, si tratterebbe di esperienze e sensazioni personali ed episodiche: purtroppo non è così, e ciascuno di noi ha potuto constatare, parlando con amici in tutta Italia e leggendo qualche memoria - per citarne una sola “Cinque anni di solitudine” di Roberto Balzani - che la situazione si è ovunque cristallizzata nel modo che abbiamo sintetizzato e che dobbiamo cambiare.   
Lo Statuto del Partito da un lato riserva agli elettori l'indicazione delle linee programmatiche, ma d'altra parte riserva ai soli iscritti  la facoltà di votare in assemblea, escludendo i sostenitori non tesserati e cioè la grandissima maggioranza di chi determina la preponderanza elettorale del PD.  
E’  velleitario credere nella possibilità di  indurre chi non ha mai fatto politica attiva a partecipare, a dare il proprio contributo, soprattutto se per farlo dovrebbe non solo iscriversi ma partecipare a assemblee faticosissime e mal gestite e sostanzialmente prive di senso.
Questa visione è oggettivamente miope e suicida: non c'è chi non veda quanto questa situazione sia pericolosissima e difficilmente si possa sanare per partenogenesi: abbiamo infatti una maggioranza elettorale fisiologicamente assente dalla vita del Partito ed alla quale si nega il diritto di voto nelle Assemblee, posto che sia interessata a partecipare a riti ormai obsoleti e soprattutto, ribadisco, gestititi, nella colpevole latitanza di una normativa cogente, al di fuori di ogni regola, fosse solo di buon senso e di onestà intellettuale: senza orari di inizio e di chiusura; senza la designazione di un Presidente; senza limiti nel tempo di eloquio; senza il diritto di mettere in discussione le proprie mozioni, ancorché rientranti dell’argomento dell’o.d.g. . A queste Assemblee se così vogliamo generosamente chiamarle, la vecchia guardia partecipa  strumentalmente, rifacendosi ai riti di partiti storici; ai tempi delle cellule e dei capi-cellula designati dall’alto: vorremmo invece la partecipazione  di tutti  cioè sia del nuovo sia del vecchio (e forse superato): E che sia partecipazione organizzata e gestita nel modo migliore, nel rispetto della dignità dei partecipanti, valendoci delle possibilità che la tecnologia oggi offre generosamente, coniugate alla antica arte della gestione virtuosa delle assemblee, così come ci è stata tramandata dal nostri maggiore greci e romani e fatta propria pragmaticamente dagli anglosassoni.
Vogliamo rendere la vita di partito vita culturale, ricerca e esposizione dei talenti nascosti, attraverso il confronto delle idee. Creazione cioè di una classe dirigente che emerga per talento, e non solo e modestamente per  dedizione al Partito, fatta di manovalanza, volantinaggi, presenze, appoggio al leader, riunioni di facciata, ma al contrario positivamente dalla  consapevolezza di coscienza civica, cioè consapevolezza dei cittadini ad essere impegnati ad edificare una comunità di uomini e di valori, retta dalla legge e dotata di un fine, nella quale il governo si attua attraverso la discussione e la partecipazione a processi decisionali pubblici: e questa consapevolezza deve concretarsi nella partecipazione alla discussione, nella esposizione delle proprie istanze e delle proprie idee, e non solo e non esclusivamente, quindi, con la manifestazione del diritto attivo di voto, o di dedizione di tempo al Partito.
Certo la prassi consolidata non permette agevoli soluzioni positive. Nell’era dell’informatica le idee si esprimono e si scambiano con immediatezza, con  comodità e dalla propria casa e non più soffrendo nelle interminabili riunioni della vecchia politica di clan e di potentati, che poco o nulla hanno a che vedere con le assemblee propositive e deliberanti che qui andiamo a proporre, utilizzando i vantaggi che l’informatica  offre, e che sorprendentemente restano ancora lettera morta.  
La  proposta è quindi di guardare avanti, proponendo la coinvolgente partecipare a  Forum dedicati, con una radicale innovazione:
 CONCLUDERE LA DISCUSSIONE INFORMATICA CON UNA AZIONE PROPOSITIVA E DELIBERANTE NEL PRESUPPOSTO  DI CONCLUDERE LE DISCUSSIONI "INFORMATICHE" CON UNA RIUNIONE DELIBERANTE, 
che si svolga con questi principi di base:

  • designazione di un Presidente che conosca le regole di gestione di una riunione politica e che imponga il rispetto delle regole stesse che è rispetto dei partecipanti; che solleciti la partecipazione di tutti, e la renda effettiva; 
  • durata certa, con inizio e chiusura prestabilite e da rispettare;
  • discutere con apertura mentale, per arricchirsi culturalmente l’un l’altro e per proporre qualcosa di concreto: cioè fare assemblea propositiva e deliberante, coscienti che la differenza tra fare politica e fare discussione salottiera è produrre  documenti propositivi che sintetizzino la volontà dei presenti.  Viceversa, non produrre nulla, al di là di un possibile arricchimento culturale e di un  confronto dialettico, non è fare politica ma  solo dialettica; 
  • discussione basata su interventi brevi, della durata massima di tre minuti, e svolta tra persone informate che hanno già sviscerato l'argomento;
  • tendenza alla unanimità, o, alla votazione di due mozioni contrapposte;
  • soprattutto incoraggiare la partecipazione collettiva ed unanime alla discussione, che coinvolga tutti, sia chi viene  da precedenti esperienze, sia chi sia nuovo all’impegno politico; sia chi non ha tempo o possibilità o voglia di partecipare alle riunioni tradizionali, per precedenti esperienze negative, per ragioni di età, di salute, di impegno familiare e di lavoro totalizzanti; di difficoltà ad esprimersi;
  • i forum telematici non possono essere localistici, e per loro natura restano aperti a tutti i sostenitori del Partito, ovunque residenti: la riunione deliberante sarà celebrata nella città residenza della maggioranza degli intervenuti, mentre tutti potranno votare sia per procura sia seguendo i lavori in tempo reale.

Si vuole offrire  una piattaforma di discussione che coinvolga tutti e che sia, anche per questo, cementante delle anime che le diverse  matrici culturali del Partito comportano per qualcuno,  a differenza di noi sottoscritti che nel  Partito cogliamo la suggestione dell’avvenire, nel rispetto della radice culturale e delle convinzioni di fondo, che vanno rilette nella osmosi di un credo e di una azione rinnovatrice.
Spero che questa idea, che si può subito concretare sfruttando intanto la struttura offerta di Face Book,  sia fatta propria dalla Direzione del Partito, che vorrà indicare il modo di creazione e di gestione dei forum dedicati, previsti dalla Statuto, ed ai quali si vorrebbe dare una funzione di discussione propositiva propedeutica a quella deliberante, non dimenticando che il Partito ha il dovere civico di indicare anche alle altre forze politiche i modi della democrazia operante.
Cordialmente
Per un gruppo di iscritti, elettori e sostenitori

Vittorio Annovazzi 

lunedì 20 aprile 2015

LA DX VINCE (SOLO) SE PERDE LA SX

  

                                          

Parte prima.

Bella forza, penserete Voi, i pensatori-bene. Ecchecivuole a capire che se uno vince l’altro perde?

Penserete male però, perché con l’ossimoro (spero sia giusto, la butto là lo stesso perché nc’ho voglia di vocabolario) volevo dire un’altra cosa. E prima di dirVela fatemi fare una premessa: sere fa, a “Virus”, sul tema delle ceneri, pardon delle vinacce, di D’Alema, si sono confrontati, per la sx, un Michele Emiliano, candidato per la Presidenza della Puglia, un quadro misurato, competente su ogni argomento, attento alle parole, financo spiritoso, insomma una goduria anche per l’antipolitica; e dall’altra, per la dx, il Vicedirettore del Giornale, che non saprei come definire. Esagitato, incomprensibile, contraddittorio, capace solo di ripetere il mantra “avete fatto fuori, voi e i magistrati il Berluskoni”. Una cosa inguardabile, da vergognarsi (del look di presentazione mediatica, sulla persona non metto lingua). Ma poi, scusate, inviate un giornalista che, almeno per definizione, dovrebbe essere autonomo? Non c’è più religione.

La scena illustrava bene il gap politico tra dx e sx sul piano della dirigenza: a dx, fatti fuori gli ex aennini, ex PSI e DC, non resta che mandare allo sbaraglio qualche dipendente Mediaset; a sx, al contrario, ce ne sono sempre pronti di nuovi. Come poi amministreranno è altra questione e non gli faremo certo sconti.

A me preme sottolineare come, in questo contesto, tra una offerta di quadri preparati e inventati (pensate Toti che dice che Novi Ligure sta in Liguria! D’altra parte che doveva fare il candidato Presidente in Liguria gliel’avevano detto solo la sera prima e lui c’è andato solo in vacanza) non ci sia partita: la gente sceglie dove essa, l’offerta, è più seria e completa.

Ergo saremo costretti a governare ancora a lungo, in attesa di una nuova classe dirigente di dx. A meno che….

A meno che la sx, per motivi esterni ed intrinseci, la sx riformista intendo ovviamente, non decida di perdere. Come e perché?

I
l seguito alla seconda puntata: c’è ancora tempo per far incazzare di brutto i miei amici fb di sx, che, forse, mi seguono (mi seguono, mi seguono….).

GIORNATA DELLA ROSA E DEL LIBRO








INCREDIBILE: IL CENTRODESTRA TUDERTE DIVISO SU TUTTO !!!!



La seduta odierna del Consiglio Comunale di Todi ha restituito alla città una destra divisa su tutto.
Non votano le nuove linee di indirizzo per gli enti locali di secondo livello del territorio, nelle quali si prevede la trasformazione e fusione di Etab e Veralli Cortesi, nonostante fin dal 2010 il Consiglio Comunale avesse espresso la chiara volontà di muovere in questa direzione, compreso l’allora presente consigliere di Fiamma Tricolore Mario Epifani. Surreale la posizione del Consigliere Pizzichini che nel 2010 si astenne, unico tra tutti i consiglieri votanti, qualche settimana fa ha dichiarato alla stampa di condividere la necessità di giungere alla fusione e oggi, in Consiglio, esce dall’aula, mentre il Consigliere Claudio Serafini, che propone ovunque efficienza, all’atto pratico vota contro una decisione che indubbiamente comporterà una gestione migliore degli enti.
Incredibile presa di posizione, poi, dei Consiglieri Moreno Primieri e Antonio Serafini (unici rimasti in aula) sulle due convenzioni con la Provincia di Perugia per la gestione della stazione unica appaltante e la collaborazione tra polizia municipale e polizia provinciale. I due votano contro, nonostante il voto favorevole in consiglio provinciale di Pizzichini, che, anche in questo caso, fa mancare la propria presenza. Restiamo in attesa di un comunicato di quest’ultimo dove, chiaramente, si dica che ha dovuto lasciare l’aula per motivi assolutamente non rinviabili, ma crediamo che, visto il voto dei suoi compagni di coalizione, debba prendere in seria considerazione l’ipotesi di dimettersi da consigliere provinciale, non avendo nemmeno l’appoggio dei suoi alleati di minoranza a Todi.
Unica nota positiva della mattinata di consiglio, l’ammissione dei consiglieri Ranchicchio e Claudio Serafini, durante le risposte dell’amministrazione ad interrogazioni presentate, dove i due hanno sostenuto che la stessa amministrazione si è mossa prontamente su vari fronti.

domenica 19 aprile 2015