A Palazzo Chigi, da tre anni, Governi a guida democratica, che hanno dato tanto agli Italiani invece di prendere.
Paolo Gentiloni, e prima Renzi, sono stati e sono un punto di riferimento costante sia per l'Europa, in cui ora ci si sta con credibilità e affidabilità guadagnata sul campo della operatività, della continua presenza e della pressante discussione per tutelare gli interessi nazionali, sia per la governabilità del Paese.
Pensiamo perciò alle cose fatte in campi diversi: alla introduzione del reato di riciclaggio; alla responsabilità civile dei magistrati; alla Legge sul caporalato; ai pieni poteri all'Anticorruzione; alla introduzione di ben 5 reati ambientali; alla Legge per smaltire gli arretrati della giustizia civile; ma anche alle unioni civili e alla Legge sul dopo di noi per i disabili e a tante altri provvedimenti a favore dei cittadini.
Pensiamo pure a cosa ci impegniamo a fare, come PD, da subito e prioritariamente: una riforma fiscale che sostenga imprese e famiglie; ad intervenire sul problema lavoro e sulla sua qualità; a lavorare per la stabilizzazione dei contratti; al salario minimo universale o reddito di inclusione. E, soprattutto interagendo sempre con i cittadini, ascoltandoli in un confronto sempre aperto.
Insomma niente a che vedere con quanto succede a Todi dove gli amministratori di destra si sono rinchiusi nel bunker dei Palazzi e dove, per fare un esempio, per poter interloquire con l'Assessora Marta ci vogliono i pass, i contropass, poi il plenilunio e la congiunzione astrale giusta.
Niente a che vedere con le promesse dell'Affabulatore Berlusconi, taroccate e peraltro agli antipodi di quelle altrettanto irrealizzabili del Salvini. Una armata Brancaleone che, se ricordate, portò il Paese alla bancarotta, al caos istituzionale, peraltro sguazzandoci dentro al punto di consegnarci l'immagine indignitosa di un Berlusconi che scappa in auto da una uscita secondaria di Palazzo Chigi, inseguito da comunicazioni giudiziarie di varia natura, escort comprese, che ci hanno ridicolizzato agli occhi del mondo.
Dopo il 5 Marzo si deciderà il nuovo premier: più forte sarà il Pd, più stabile sarà il Paese, più consistenti le possibilità di portare a termine il disegno riformista di innovare l'Italia.
Andrea Vannini
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