domenica 1 febbraio 2015

IL SOTTOPANZA DELLA DESTRA DI PANCIA E IL GRILLINO SUBACQUEO

               



I dati politici certi che escono dalla vicenda Mattarella sono, aggravati, quelli di sempre:

1)La POLITICA, quella VERA, fatta di scelte strategiche e tattiche ma anche di sudore e sangue, nel nostro Paese, si svolge, TUTTA e per esteso, all’INTERNO del PD, sempre più il Partito che nella crisi regge da solo l’intero quadro politico, sempre più l’unico referente per l’estero, sempre più l’unica cerniera tra l’opinione pubblica tentata dall’antipolitica e le Istituzioni.

Che poi al posto della vecchia guardia sia subentrato il Renzi (un po’ come inserire il biturbo ad una solida macchina d’epoca), non fa altro che certificare un ulteriore cambio di passo verso un rinnovamento insperato. Troppa grazia.

2)Il grillino dirigenziale è sempre più simile o a un giocatore che si ritiene esperto di poker e che si siede al tavolo portando le carte per la canasta o a quel bel tipo di spiaggia che, mentre tutti gli amici socializzano sul bagnasciuga, si immerge con la tuta da sub e riemerge solo a tarda sera. Vuole raccontare delle cose belle che ha visto ma non c’è più nessuno.

3)Nulla di nuovo sotto il cielo colmo di nuvole scure della Destra. Detto che, qui da noi, quella lib-conservatrice, salvo la ottocentesca non è mai nata e che quella fascista, la almirantiana, la finiana infine, sono state sempre prive di un retroterra culturale strategico e programmatico (al netto del conservatorismo cattolico), l’unica vera opportunità ce l’ha avuta il Berluska. Lui aveva risorse, i quadri, le TV, i giornali per poter fare una operazione culturale di stampo liberale, su cui avrebbe dovuto fondare la formazione di nuovi quadri. Anni sciupati (ma non per sé) che hanno ricondotto la Destra alla sua unica vocazione, LA PANCIA. Che, come è risaputo, forma solo SOTTOPANCIA.

4)Sulle maceri fumanti della Destra l’unico tentativo politico degno di nota è quello del duo Lega/Fratelli d’Italia: non per Feltri ma perché provano ad unirsi su di un programma comune.

5)E gli altri? Il nulla dell’ammuina dei piccoli partiti. Prendiamo lo Tsipras: tutti i radicalchic a dire che son come lui. Solo che al posto della solidarietà vera espressa da quel movimento in anni di cooperative, di mense per i meno fortunati, di battaglie vere contro l’Europa, i nostrali se la cantano e se la sonano al solito convegno al Capranica, al solito ristorante del Testaccio, dopo il solito coktail del solito sabato prefestivo. Massepò?


6)Una nota molto settica: 13 candidati Massoni, la Massoneria che dietro le quinte fa chissacchè e poi vince sempre un cattolico. Vuoi vedere che tutte quelle dietrologie le mettono in giro loro? Sennò nse spiega.

2 commenti:

  1. E' finita la raccolta delle figurine Panini per l'album del Quirinale. Prodi? Celo, manca, celo, manca, manca proprio. Fassino? manca, manca , manca. Amato buttato contro il muro, carta coperta da Mattarella, manca, manca, l'ex tesoriere di Bottino Craxi. E' avvenuto una specie di Carnevale anticipato durante il quale i problemi del Paese sono stati accantonati in nome di una guerra tra bande per posizionare il proprio candidato sperando che in futuro faccia l'interesse di chi ha contribuito a farlo eleggere. "Nessuna regola" in Parlamento. Si parla di vittorie e sconfitte (l'Italia è sullo sfondo e c'entra poco o nulla) e nessuno ci sta ad aver perso. E' sempre l'altro partito, capo corrente, 'l'ala dissidente o quella maggioritaria ad esserne uscita con le ossa rotte. Berlusconi ha perso? No! ha vinto. Renzie è stato degno di Machiavelli? No! ha agito in funzione delle circostanze e si è comportato da Bruto e Maramaldo e Giuda, oltre che mancare (come sempre) alla parola data, anche se mancare di parola al capo di un partito fondato insieme alla mafia non è peccato. Per non parlare di Alfano che ha sì straperso, ma solo per senso di responsabilità verso il Paese. Ora che l'album è completato e gli italiani discuteranno nei bar su chi ha vinto e chi ha perso, come se si fosse trattato di un derby e non dell'elezione di un presidente della Repubblica, ricominceranno i problemi della disoccupazione, della corruzione, della criminalità fusa con la politica. Al gioco di "celo manca" uscirà puntualmente manca e a perdere sarà, come sempre, il cittadino che ora grida "Viva Mattarella" e che ieri non sapeva neppure chi fosse. Estratto dal blog 02\02\1015 Mi sembra che anche questa un analisi diversa e coerente
    Con stima ed affetto Diego G.

    RispondiElimina
  2. Forse abbiamo ragione nel dire che la gente, oggi, ha ben altre beghe per la testa e la classe politica è sempre più distante e appartata.

    RispondiElimina