giovedì 16 gennaio 2014

ENERGIE TUDERTI: ALESSANDRO MECHELLI


E' difficile fare musica ed interessarsi di neuroscienze, amare la storia dell'arte e la medicina.
Ma non impossibile !
A voi con grande piacere Alessandro Mechelli !



Presentati. Di te ci interessa tutto, età studi formazione professione gusti. Ma anche ciò che ritieni di essere stato, ciò che ritieni di essere oggi ( anche cosa saresti voluto) e che vorrai rappresentare in futuro.


Ho 23 anni appena compiuti, mi sono diplomato al Liceo Classico Jacopone da Todi e sono uno studente di Medicina all'Università degli Studi di Perugia. Suono la batteria da quando ho tredici anni in un gruppo garage insieme a mio fratello, ho fatto teatro sperimentale al liceo e per un paio di anni dopo il liceo e ho fatto anche il Dj (parolona!) per un anno. Adoro la musica in sé, ma anche come fenomeno di costume, di moda, come mezzo di espressione emotivo e generazionale, come collante fondamentale delle tante sotto-culture giovanili. Mi piace leggere (più che altro filosofia o saggistica) e giocare a tennis ma ho anche un lato nerd non sempre ben nascosto; sono appassionato di storia dell'arte e, da qualche anno, di neuroscienze. Mi descriverei come una persona curiosa e riflessiva, non sono un tipo che ama andare molto "all'avventura" ma al contempo resto affascinato e sedotto da tanti aspetti della realtà, del mondo sia inteso come Natura che come Umanità. Credo di essere stato un ragazzo come tanti, forse non mi sono mai sentito molto "inserito", in realtà. In una cittadina piccola come Todi spesso a sedici anni ti ritrovi a dover affrontare la logica del "o sei dentro o sei fuori": in tante cose sono rimasto "fuori", ma oggi posso dire che non rimpiango quel "dentro", ad essere sincero. Nel mio futuro spero solo che ci sia la possibilità di passare la vita ad esplorare e conoscere tutto quello che, come ho detto prima, mi affascina e attrae.

E’ vero che a Todi non si riesce, soprattutto da parte dei giovani, a portare avanti progetti innovativi? Se sì perché? Perché non ci sono di questi giovani o mancano risorse mezzi o canali organizzativi e politici?

Credo che a volte, lamentandoci della noia tuderte, ci dimentichiamo le scarse dimensioni della nostra cittadina. Molti dei ragazzi della mia età frequentano corsi all'Università e per questo raramente sono in città la sera. Gran parte della popolazione studentesca delle scuole superiori proviene da paesi vicini o frazioni e sappiamo bene che a quell'età spostarsi la sera è un problema. Se si considera questo si capisce come davvero il "bacino di utenza" del venerdì o sabato sera è davvero ristretto. Non dico che dobbiamo accontentarci di avere una "città dormitorio" però se ci domandiamo come mai non ci sia attivo nemmeno un solo locale per i giovani dentro le mura, credo che le dimensioni della città siano una delle possibili risposte al "niente" che avvolge le nostre serate a Todi, inevitabilmente.
Ragionando al contrario possiamo anche dire che finché qualcuno non aprirà un vero locale notturno difficilmente si vedrà una città piena di giovani che vogliono divertirsi: meglio un filmetto a casa o un qualche locale a Perugia, no? Mi domando che ce ne facciamo di quattro bar aperti le sere di inverno in una piazza con quaranta persone a spasso, se tutto va bene. Eccezion fatta per uno di questi, che sappiamo bene che invece prova e riesce nel suo piccolo a proporre davvero qualcosa, per gli altri titolari, a quanto pare, si tratta di una questione di mentalità. Non importa loro nulla di creare qualcosa di interessante, di valido, di divertente. Evidentemente bastano i caffè dei clienti fissi o le Lemon Soda dell'olandese settantacinquenne in visita il 20 di luglio. Se qualche ragazzo ha però idee, le proponga ai gestori: anche solo per prendere in gestione un giorno alla settimana (vedi il Mercoledì Rock a Perugia) e dare vita ad un appuntamento settimanale fisso. In questo modo non occorrerà avere il peso di affitti o di permessi: solo di avere idee che attraggano pubblico.

Tu, nel tuo settore di competenza, che progetti proporresti? E saresti capace non solo di lanciare l’idea ma anche di programmarli e gestirli?

Non appartengo a settori di competenza utili a proporre progetti e non avrei purtroppo tempo e modo di dedicarmici. Secondo me però una buona idea sarebbe quella di "appaltare" la gestione di una o due serate (venerdì e/o sabato per esempio) a chi abbia delle idee, purché siano chiare: dj set, gruppi, karaoke o altro. Ci sono ragazzi interessati e capaci che sono in grado di attrarre i propri coetanei e di fare aggregazione, di creare una "scena".

La parola che fa rima con estate è giovani: lì, in quei mesi, le esperienze, le amicizie, gli amori si portano dietro suggestioni che ci rimangono dentro per sempre. Racconta la tua suggestione, quella che porterai con te ovunque andrai.

Todi d'estate diventa davvero un salotto. Ti senti sempre e dovunque a tuo agio e d'estate fare le tre o le quattro di notte senza accorgersene diventava la routine quando ero al liceo. Mi capita spesso di passare davanti ad una delle porte antiche, o lungo un vicolo, o di guardare un palazzo, un muro, un albero e di farlo utilizzando gli occhi del "me" di quando avevo cinque anni o sedici anni o dodici anni e di rivivere in un breve istante le emozioni che ho legato a quei luoghi nel corso della mia vita: scopro che Todi per me è tante città in una, tante Todi per ogni anno, per ogni esperienza, per ogni ricordo, per ogni fase della mia vita. Sono momenti nei quali arrivo anche a commuovermi, non so bene perché!
Tante persone scappano dalla propria città di origine perché arrivano ad odiarla augurandosi di non tornarvi mai: credo che Todi non si possa davvero odiare fino a tal punto. Molti se ne vanno per fare esperienze, alcuni per solo raccontare di averla fatta: tutti però tornano prima o poi sotto la spinta di una nostalgia grandissima, più o meno confessata.

Cosa vorresti dire a quelli che oggi sono più giovani di te, ai sedicenni ai diciassettenni? Non fate i nostri errori o fate come noi che….Fatevi sentire, organizzatevi o cos’altro?

Non voglio sembrare retorico o paternalistico perché tra un sedicenne e me non corre così tanto tempo se ci pensiamo: lo dico per quello che ho sperimentato. Studiate, approfittate delle splendide scuole che abbiamo perché poi per il lavoro o l'università sarà tutto molto più facile: potrete davvero arrivare dove desiderate, potrete davvero percorrere con più fiducia in voi stessi quel percorso che i vostri genitori o altri reputano rischioso o da pazzi. Se qualcosa vi sembra "inutile", fidatevi che così non è. Quando studiamo Dante, le declinazioni, le opere di Kant, l'elettromagnetismo o la trigonometria non stiamo soltanto imparando dei più o meno gradevoli contenuti: stiamo rendendo il nostro cervello capace di e pronto ad imparare a fare quello che sceglieremo in futuro di voler fare (si spera) per il resto della nostra vita, potendo seguire liberamente quello che davvero ci appassiona e ci piace di più. Una delle cose più belle da desiderare, secondo me, è pensare che a trenta o quaranta anni avremo un motivo che ci fa alzare dal letto la mattina felici, felici di fare il lavoro che ci siamo scelti. Quindi perché rischiare di pentirsi di non aver fatto abbastanza? Ogni parola in più che conosciamo è un pezzo di libertà fatto nostro, uno strumento di realizzazione personale, una difesa dalle fregature della vita.
Non c'è bisogno che suggerisca "divertitevi, fate casino, fate esperienze": i sedicenni sanno già benissimo come fare e fanno bene a farlo.
Chiedete infine ai vostri nonni come era Todi un tempo, girate per la città, imparate a conoscerla e a conoscere anche le persone e i luoghi che ne custodiscono la storia e l'anima.

2 commenti:

  1. Se mi venisse su un nepote così, anche un pò rompi, ne sarei più che orgoglioso.

    RispondiElimina
  2. Bravo Alessandro.
    Se penso alle Energie Tuderti, tu saresti senz'altro tra i primi. Giacomo

    RispondiElimina