lunedì 20 agosto 2012

ENERGIE TUDERTI: MARCO LUCIO CERQUAGLIA


Ecco a voi l'intervista a Marco Lucio Cerquaglia. Buona lettura.



Presentati. Di te ci interessa tutto, età studi formazione professione gusti. Ma anche ciò che ritieni di essere stato, ciò che ritieni di essere oggi ( anche cosa saresti voluto) e che vorrai rappresentare in futuro.

Da buon rappresentante della "generazione CV"...Mi chiamo Marco Lucio Cerquaglia, sono nato a Todi 23 anni fa e abito in una via dedicata ad un importante poeta dialettale, forse un po' dimenticato, Getulio Ceci. Dopo aver frequentato il liceo classico Jacopone, a diciott'anni mi sono trasferito a Milano, dove, nel 2010, ho conseguito la laurea di primo livello in Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Milano (ma non chiamatemi dottore! Sono convinto serva molto più di una laurea per potersene fregiare). Durante l'università mi sono anche occupato di rappresentanza studentesca, fondando con altri studenti un' associazione che si impegna, tra le altre cose, nella promozione del merito, e ricoprendo la carica di presidente del consiglio degli studenti. Al momento sto per terminare un progetto di doppia laurea (magistrale) in Ingegneria Aeronautica, in collaborazione con la Université de Liège (Belgio). Non penso di essere stato né più né meno di un ragazzo normale, sognatore e distratto, che ha imparato, col tempo, ad accettare i compromessi che la vita impone e che, ora, ha finalmente gli strumenti per cercare di realizzare i propri sogni, di ridare indietro al mondo un po' di quello (ed è stato tanto, per mia fortuna) che si è ricevuto. I miei gusti? Diciamo che mi limiterò a dirvi ciò che mi piace fare. Sono maledettamente curioso e perciò appassionato di molte cose. In estrema sintesi direi: teatro (soprattutto prosa), musica (negli ultimi anni soprattutto Jazz), lettura (di recente, mi è piaciuto moltissimo "Qualcuno con cui correre"), viaggi (adoro l'Irlanda), mountain bike, illusionismo.. Insomma, chi mi conosce sa che potrei diventare logorroico, quindi mi fermo qui. 


E’ vero che a Todi non si riesce, soprattutto da parte dei giovani, a portare avanti progetti innovativi? Se sì perché? Perché non ci sono di questi giovani o mancano risorse mezzi o canali organizzativi e politici?

Mi permetto di "strumentalizzare" la domanda, per dire alcune, semplici cose che da molto tempo penso su Todi e che probabilmente a volte è meglio escano dall'ambito delle discussioni tra amici per essere messe nero su bianco. A mio avviso si dovrebbe innanzitutto cercare di guardarsi un po' da fuori, cambiare prospettiva ed esaminare i nostri pregi e difetti da una certa distanza. Se, da una parte, sono d'accordissimo con Nicola Mechelli, quando dice che Todi non può, strutturalmente, offrire opportunità in tutti i campi, faccio, invece, un po' più fatica ad accettare l'etichetta di "città di provincia". Non perché non sia vero, in senso prettamente geo-demografico, ma perché dietro vi si può celare (non nell'intenzione di chi lo ha scritto, ne sono certo) l'insidia della provincialità nel senso peggiore del termine; un'insidia di fronte alla quale non possiamo cedere. Quante volte mi sono sentito dire "perché non siamo come Marsciano? perché non si organizza una sagra? Perché non facciamo un festival medioevale?"? Queste sono cose che, in tutta sincerità, mi fanno andare su tutte le furie. Todi è una città stupenda, con una storia invidiabile, con un numero di giovani professionisti/artisti/musicisti enorme se paragonato alle sue dimensioni: deve trovare la Sua identità! Quando si dice "eh si ma poi la gente a Todi se lamenta!", non si capisce che questa è una fortuna: significa che non si è indifferenti! Bisogna, certo, trovare il modo di trasformare la polemica ad oltranza in proposte attive e questo ruolo credo spetti alla politica, che, fino a questo momento, è stata probabilmente colpevole di alcune mancanze. La popolazione va stimolata, sia struttando le energie che vi sono all'interno sia attraendone di nuove, ma credo fortemente che non si possa relegare Todi ad una bomboniera per turisti: Todi è viva, anche se sotto una coltre di staticità che negli anni l'ha ricoperta e che va stracciata. Detto questo, certo siamo in un momento economico e politico difficile, ma ciò non deve impedirci di porci degli obiettivi, anche amibiziosi. I mezzi sono un'altra cosa, non facciamo confusione!

Tu, nel tuo settore di competenza, che progetti proporresti? E saresti capace non solo di lanciare l’idea ma anche di programmarli e gestirli?

Come anticipato, fare l'ingegnere aerospaziale a Todi potrebbe essere quantomeno complicato. Ciò non vuol dire che, da un punto di vista tecnologico, non ci siano realtà di eccellenza: basti pensare al progetto sul fotovoltaico che sta portando avanti Angelantoni nella vicina Massa Martana. In questo senso, sarebbe interessante pensare a Todi sempre di più in un ottica Green: a partire da progetti per le scuole (dove, ricordiamocelo, si formano i futuri cittadini), fino ad arrivare ad una riqualificazione/riconversione degli impianti produttivi e delle fonti di approvigionamento energetico di case, sedi delle istituzioni, trasporti etc.. (non so mi vengono in mente, tanto per fare un esempio, postini e vigili urbani su auto elettriche). Oltre ai possibili benefici economici (basti pensare al turismo, specie se straniero), ciò rappresenterebbe un segnale, un esempio da seguire. Se un giorno, tra qualche anno, un progetto di questo tipo venisse intrapreso e mi si chiedesse di collaborare, lo farei senza dubbio molto volentieri, anche a distanza.

La parola che fa rima con estate è giovani: lì, in quei mesi, le esperienze, le amicizie, gli amori si portano dietro suggestioni che ci rimangono dentro per sempre. Racconta la tua suggestione, quella che porterai con te ovunque andrai.

Una volta, in una caldissima giornata di agosto, sono andato con un amico veneto conosciuto a Milano a fare un giro in bici nella campagna sotto Vasciano. Ad un certo punto mi sono fermato e, ammirando lo splendido panorama verde, giallo ed azzuro (penso che l'accostamento di questi tre colori sia piantato nella coscienza di chiunque abbia avuto la fortuna di nascere qui), gli ho detto: "Adesso capisci perché, a Milano, sto male quando ogni mattina devo uscire e vedere solo cemento?". Questo per me sono le estati a Todi: verde, giallo e azzurro. Cioè nient'altro che la mia identità, la libertà di prendere il motorino e vagare per ore in balia dei propri pensieri, il ripercorrere i luoghi e le strade della propria adolescenza, le chiacchierate profonde e sconclusionate con gli amici nelle notti passate sulle scale del Duomo. E poi sono un tipo nostalgico, questo dovete saperlo!

Cosa vorresti dire a quelli che oggi sono più giovani di te, ai sedicenni ai diciassettenni? Non fate i nostri errori o fate come noi che….Fatevi sentire, organizzatevi o cos’altro?


Non posso sapere come viva la città un sedicenne, come la percepisca, quali siano i suoi umori, le sue idee. Gli direi soltanto una cosa: se c'è qualcosa che pensi non vada o non sia giusta, cerca di cambiarla, sbagliando, soffrendo, vincendo o perdendo, ma non restare fermo. 

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