mercoledì 29 agosto 2012

ENERGIE TUDERTI: FRANCESCO BONCIO




Parlando con lui si può tranquillamente saltare da un discorso all'altro ed è sempre estremamente preparato su tutto. Ama la musica e la fotografia. Ecco a voi l'intervista a Francesco Boncio.


Presentati. Di te ci interessa tutto, età studi formazione professione gusti. Ma anche ciò che ritieni di essere stato, ciò che ritieni di essere oggi ( anche cosa saresti voluto) e che vorrai rappresentare in futuro.


Mi chiamo Francesco, ho 27 anni e vivo a Todi da sempre, precisamente “sotto San Fortunato”. Dopo aver frequentato il Liceo Classico, mi sono laureato in Architettura alla Facoltà di Architettura Valle Giulia, Università La Sapienza di Roma, con una tesi progettuale su un palazzetto dello sport. Fin da bambino, avendo un padre architetto, ho sempre avuto il “pallino” dell’architettura: giocavo con i “cubotti” (chi se li ricorda?) e costruivo chiese dal sapore neo-gotico, passavo ore con i Lego e altrettante con la gru elettrica, a fantasticare mirabili costruzioni. Crescendo, dei semplici giochi da bambino si sono trasformati in vera e propria passione, avendo praticamente divorato tutti i libri sull’architettura di papà e cominciando ad ampliare le mie passioni, sfociando nell’arte in generale e nella fotografia, che tutt’ora pratico da “dilettante”. Oltre a queste passioni, ho un debole per la musica, mondo che ho “bazzicato” qualche annetto fa, quando, appena diciottenne, suonavo la chitarra elettrica in un gruppo con i miei amici. Adoro il rock e il metal soprattutto, che io reputo una sorta di “libretto delle istruzioni” anche per altri aspetti della vita.


E’ vero che a Todi non si riesce, soprattutto da parte dei giovani, a portare avanti progetti innovativi? Se sì perché? Perché non ci sono di questi giovani o mancano risorse mezzi o canali organizzativi e politici?


Io credo che Todi, in questo senso, sia un po’ lo specchio dell’Italia di oggi: vecchia, stanca, lamentosa e in perenne contraddizione con se stessa. E i giovani, in questo contesto, faticano ad emergere. Faticano anche perché Todi, per la sua stessa natura, non può essere considerata come un luogo dove poter esercitare determinati mestieri o attività. Prendo ad esempio il mio, di mestiere: pensare di poter esercitare la professione di architetto, così come la si intende attualmente, a Todi è un qualcosa che si avvicina all’utopia, perché la realtà è piccola e il raggio d’azione è limitato. Pretendere che a Todi si possano realizzare infrastrutture e strutture parimenti già ad una città come Perugia è semplicemente insensato. Ergo, pensare che qui possa venir fuori un novello Renzo Piano è del tutto fantascientifico. Tuttavia, Todi, specie dal punto di vista dell’offerta culturale, ha ampie possibilità di rilancio. Faccio un piccolo esempio: abbiamo un patrimonio di chiese, in termini di numero e pregio architettonico e storico, da far invidia a molte altre realtà umbre, ma noi cosa facciamo? Eccetto le principali, le restanti le teniamo chiuse. Alcune, quasi, se non del tutto, dimenticate. Capisco che tenere aperta una chiesa per farla visitare, conoscere al pubblico rappresenti comunque una spesa, ma così facendo si rischia di far innanzitutto deperire fisicamente il patrimonio storico-architettonico della città, in secondo luogo di non rendere nota al pubblico la ricchezza culturale che Todi possiede. Questo per far capire come la verità stia nel mezzo: Todi non è Roma, nemmeno Perugia, ma può e deve emergere in una realtà come quella umbra.

Tu, nel tuo settore di competenza, che progetti proporresti? E saresti capace non solo di lanciare l’idea ma anche di programmarli e gestirli?


Come ho già detto in precedenza, un buon punto di partenza potrebbe essere quello di ampliare l’offerta, cercando innanzitutto di operare in direzione di una conoscenza di base del nostro patrimonio architettonico. Come dicevo, molte chiese risultano, ai più, sconosciute: adoperarsi in tal senso, nella diffusione e nella divulgazione del patrimonio architettonico tuderte può essere un buon inizio. Ma in seconda battuta ci deve essere immediatamente un ampio programma di recupero e riqualificazione di talune realtà architettoniche che ora versano in condizioni decisamente preoccupanti.

 La parola che fa rima con estate è giovani: lì, in quei mesi, le esperienze, le amicizie, gli amori si portano dietro suggestioni che ci rimangono dentro per sempre. Racconta la tua suggestione, quella che porterai con te ovunque andrai.


Ho sempre vissuto al centro, come si dice qua a Todi, “in piazza”. E’ banale e alquanto retorico dirlo, ma ciò che più risalta è sicuramente la sensazione di conoscere ogni aspetto della vita cittadina, e con esso intendo dire anche, e soprattutto, le persone stesse. Tuttavia, personalmente ritengo molto più importante la consapevolezza di appartenere ad una realtà in qualche modo speciale, che deriva direttamente dalla conoscenza della storia, dell’architettura e della particolarità di un luogo come Todi. Prendere coscienza di quello che ci circonda: penso che questa sia la cosa più importante. 

Cosa vorresti dire a quelli che oggi sono più giovani di te, ai sedicenni ai diciassettenni? Non fate i nostri errori o fate come noi che….Fatevi sentire, organizzatevi o cos’altro?


Non mi sento in grado di dare seppur un piccolo consiglio ai ragazzi più giovani di me, innanzitutto perché non sono un “vate” ma solo un ragazzo come tanti, e perché io stesso non sono nella posizione di poter dare consigli ma solamente in quella di riceverli.

3 commenti:

  1. GRANDE DEVA!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Tale padre, tale figlio!Auguri!

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  3. Moltissimi auguri per la tua professione che sono certo svolgerai al meglio.
    Mario

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