lunedì 8 maggio 2017

E COSI ANDARONO A PALAZZO FRANCISCI !!!





Può capitare a tutti di essere orgogliosi, per sempre o per un solo momento, dei nostri figli. Molto meno di esserlo degli Amici dei propri figli. Come è capitato e capita a me: ragazze e ragazzi, iperamici sinceri che si danno una mano a prescindere, gran lavoratori, così intelligenti e di quella curiosità un po' selvatica che mi ha fatto porre una domanda, mai fattami da nessuno:

Dottore ma come è nato Palazzo Francisci?”

Insomma come quando perché e da chi è nata quella sperimentale esperienza assistenziale versus le persone affette da Disturbi del Comportamento Alimentare, tanto innovativa ed efficace da essere divenuta, oggi, un punto di riferimento nazionale.
Semplice: mi ero appena insediato come Primario Pediatra, nel '91, quando, per quelle irrazionali casualità cui ci mette di fronte talvolta il destino, d'improvviso ci trovammo a dover rispondere in termini assistenziali ad una emergenza nuovissima, l'arrivo in Reparto di casi di ragazze e ragazzi tutti chiaramente affetti da DCA.

Fu uno schock per la nostra équipe: fino ad allora (e per la verità anche nei Reparti universitari) non avevamo avuto alcuna esperienza diretta di cura per una malattia per la quale non esistevano né ricerche di grande respiro né, all'epoca, alcun Centro di Riferimento Accreditato a livello nazionale.

Poiché toccava far buon viso a cattivissimo gioco e poiché eravamo coscienti che le cure mediche che somministravamo erano una parte importante ma minima di quel ventaglio di assistenze psico-fisico e sociali che meritavano quelle persone, ci industriammo a richiedere con continuità consulenze sul versante psicologico neuropsichiatrico, dietologico, confidando ovviamente anche e soprattutto nella disponibilità generosa del personale di Reparto.

Ma non tardammo a avere coscienza che era ancora troppo poco, così ci venne l'idea (vincente) di istituire un gruppo di lavoro formato da diverse professionalità che lavorasse in équipe e con continuità solo in quella sede. Nacque così il Progetto versus DCA, caratterizzato da due innovazioni forti rispetto alla corrente pratica ospedaliera, il lavoro quotidiano di gruppo assieme ai pazienti, ai loro genitori se del caso, ma soprattutto una prassi fortemente formativa ed auto formativa.

Non ricordo se fosse nelle nostre intenzioni di fare di quella esperienza che stavamo attraversando un brand qualitativo, fatto gli è che lo divenne ed iniziarono ad arrivare sempre più pazienti da fuori Regione. Ed aumentarono di conseguenza i problemi organizzativi, logistici (gli spazi non erano sufficienti alla sdoppiata funzionalità) ma soprattutto assistenziali poiché, sia dalla ricerca internazionale che si era fatta ormai corposa sia dalla esperienza quotidiana era evidente ci fosse l'esigenza di soddisfare una certa tipologia di bisogno in spazi non ospedalieri e ciò anche per ovvii motivi di opportunità.

Si pensò allora a riattare il vecchio sito assistenziale di Palazzo Francisci per supplire a questa carenza (assistenza extraH 24/24 ore), fermo restando la parte più squisitamente sanitaria c/o la nostra Pediatria.

Le Istituzioni, Sindaco Marini e Presidente Ferracchiati, ci supportarono in ogni modo, dando disponibilità anche in termini di nuove risorse così come, per quello che ne so anche i Successivi furono sempre vicini alla nuova esperienza.

Dico che ne so perché, come è stato sempre nel mio stile, capii che quello era il momento di passare la mano alle Forze Giovani, a coloro che si erano spesi con tutta la loro anima professionale in quello, in questo, sforzo così degno di lode.

E tra le tante morali che mi dovete perdonare di qui santificare (nessuno è perfetto) ce ne sono due cui tengo molto: bisogna sempre innovare e se viene il momento di passare la mano, il bastone del comando, anche se con un po' di tristezza bisogna farlo senza remore. Fanno veramente pena quegli Anziani che si ostinano a tacchinare i Giovani, invece di spendersi in formazione, nel ricordare insegnando.

Certo, se si hanno a disposizione Giovani come gli Amici dei miei figli, è tutto più facile.

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