lunedì 21 settembre 2015

ENERGIE TUDERTI: FEDERICO VENCESLAI


Lo conosco praticamente da sempre. 
Divertente, sorridente, sportivo ed oggi un ottimo psicologo, coach e counselor.
Insomma un'intervista tutta da leggere !!!


Presentati. Di te ci interessa tutto, età studi formazione professione gusti. Ma anche ciò che ritieni di essere stato, ciò che ritieni di essere oggi ( anche cosa saresti voluto) e che vorrai rappresentare in futuro. 

Ciao! Mi chiamo Federico Venceslai, sono nato e vivo a Todi, ho 31 anni. Dopo le medie ho frequentato Il Liceo Classico Jacopone da Todi e mi sono divertito molto insieme ai tanti amici che mi definivano con questi aggettivi ”simpatico, matto, sorridente, divertente”. Durante gli anni di Liceo ereditai il soprannome di mio cugino e mio fratello e dunque chi mi chiamavano “vencio” perfino i professori e alcune persone ancora oggi continuano a chiamarmi cosi. A quel tempo preferivo la pallacanestro allo studio e mi allenavo duramente nel Todi Basket per alimentare i miei sogni di gloria e di successo nell’ambito sportivo. Terminato il Liceo mi sono iscritto ad Economia Aziendale, scelta fatta su un momento di confusione e che si rivelò ben presto non aderente ai miei desideri. Infatti l’anno successivo, dopo aver fatto alcuni corsi di psicologia legati all’esistenza umana, mi iscrissi a Scienze Motorie e Sportive dove ottenni il massimo dei risultati e mi laureai con grande entusiasmo ottenendo la lode. Sentivo che volevo approfondire gli studi e cosi lasciai con grande sofferenza la pallacanestro e mi dedicai a pieno agli studi. Mi iscrissi a Psicologia, durante la settimana studiavo e due week-end al mesi li dedicavo a corsi di formazione extra-universitari tenuti dall’Epoche Institute. Gli altri due week-end li trascorrevo con la mia fidanzata e con cari amici del gruppo “you wanna”. Attualmente sono diventato psicologo, coach, counselor, altri titoli specialistici in approcci psicologici e sono specializzando in psicoterapia psicoanalitica. Sono sposato da due anni e prima o poi chissà che la famiglia non si estenda! Lavoro come Psicologo libero professionista e collaboro in qualità di formatore nell’Associazione no-profit In.Oltre e nell’Epoche Institute- Istituto di ricerca, formazione e sviluppo delle potenzialità e risorse umane. 

E’ vero che a Todi non si riesce, soprattutto da parte dei giovani, a portare avanti progetti innovativi? Se sì perché? Perché non ci sono di questi giovani o mancano risorse mezzi o canali organizzativi e politici? 

Si e no! In questo i miei studi in psicologia mi vengono in aiuto. Nella domanda ci sono quattro presupposti da considerare: 1) presenza di giovani; 2) esistenza di progetti che è ben diverso da avere idee o desideri; 3) capacità di presentare innovazioni e dunque novità; 4) capacità di portarli avanti nel tempo. Io penso che i giovani ci siano, anzi direi che come giovani ci siamo, e ho avuto modo di conoscere e confrontarmi con persone che reputo molto valide. Ciò che diviene più complesso è presentare un progetto e che esso costituisca innovazione. Voglio dire che spesso sento amici o tuderti in generale lamentarsi con il comune di Todi eppure mi domando se hanno presentato un progetto e credono in ciò che propongono. Un progetto è una cosa seria e richiede un investimento sia in termini di tempo, di energie e spesso economici e dunque è necessario che chi lo presenta ci creda e si assuma la responsabilità di portarlo avanti. Ciò che manca non sono di certo i giovani, piuttosto credo che a volte manchi il coraggio di presentare progetti concreti e considerare la possibilità che ci dicano di no o che ciò che proponiamo non piaccia. Un’idea anche se tradotta in un progetto valido non significa che debba per forza piacere ad altri e dunque non bisogna scoraggiarsi. Infatti ho amici che stanno facendo delle bellissime cose e stanno ottenendo ottimi risultati certamente anche con le difficoltà del caso. Abbiamo bisogno di credere in noi stessi, nei nostri desideri e nei nostri sogni e ciò non basta affinché essi si realizzino e contagino gli altri. E’ necessario tradurre desideri e idee in progetti concreti e portarli avanti e se non funzionano allora vanno rivalutati e modificati in relazione al mondo che ci circonda, d’altronde l’innovazione è tale se le persone la sperimentano come novità se invece essa non piace alle persone allora non avrà seguito per lo meno in quel contesto. Alla terza domanda rispondo dicendo che un progetto che non tiene conto delle risorse-mezzi, canali organizzativi e politici allora ha delle evidenti lacune. Mi spiego con un esempio. Se propongo al comune di Todi di costruire il grattacielo più alto del mondo e pubblicizzarlo ovunque cosi che vengano migliaia di turisti potrebbe essere un’ottima idea ma con costi insostenibili e dunque avrei proposto un progetto nel contesto sbagliato e non posso prendermela di certo con il comune di Todi. In definitiva direi che giovani, idee e desideri ci sono , che è compito di tutti noi impegnarci nel costruire progetti che tengano conto di novità e sostenibilità. Senz’altro al fine di realizzare ciò potrebbe essere utile pensare di creare un ente o un organo che comunichi con i giovani in modo da fornire elementi utili per costruire progetti e la città di Todi potrebbe facilitare questa operazione delineando una linea di sviluppo della città cosi da orientare desideri, idee e ambizioni. In questo modo la città e i suoi cittadini sarebbero sincronizzati e potrebbero lavorare sinergicamente evitando dispersioni di energie in termini di tempo e denaro. 


Tu, nel tuo settore di competenza, che progetti proporresti? E saresti capace non solo di lanciare l’idea ma anche di programmarli e gestirli? 

Nel 2015 ho presentato per la prima volta un progetto a numerose associazioni, cooperative, aziende e al Comune di Todi. Il progetto è nell’ambito della psicologia e ha l’intento di diffondere la cultura e le scienze psicologiche attraverso un Festival al quale abbiamo dato nome “Festival della PsicoEnergia”. Tale Festival è stato costruito su presupposti filosofici, psicologici e scientifici che sono stati valutati ed approvati dal comitato scientifico dell’Epoche Institute. In un primo momento ho sentito il desiderio di far conoscere a quante più persone possibile strumenti che a me e a molti altri hanno aiutato a raggiungere obiettivi e ad innalzare la nostra qualità di vita. Volevo che questo accadesse nella città di 
Todi perché ne sono innamorato fin dall’infanzia. Allora mi è venuta in mente l’idea di un Festival innovativo che integrasse i concetti delle scienze psicologiche attuali con varie tradizioni più antiche orientali. Cosi ho studiato, ho scritto il progetto, l’ho presentato ed è stato realizzato. Come ogni progetto ora dovremo fare delle valutazioni e comprendere se è il caso di riproporlo ed eventualmente con quali migliorie ed aggiornamenti. Ciò che conta per me è continuare ad alimentare la passione che ho nel far arrivare alle persone la possibilità e la speranza di condurre una vita serena e felice anche quando la vita stessa ci presenta difficoltà e sofferenza. Spero che la città di Todi possa divenire un punto di riferimento in Umbria per la crescita ed evoluzione umana. 

La parola che fa rima con estate è giovani: lì, in quei mesi, le esperienze, le amicizie, gli amori si portano dietro suggestioni che ci rimangono dentro per sempre. Racconta la tua suggestione, quella che porterai con te ovunque andrai. Cosa vorresti dire a quelli che oggi sono più giovani di te, ai sedicenni ai diciassettenni? Non fate i nostri errori o fate come noi che….Fatevi sentire, organizzatevi o cos’altro? 

Da giovanissimo fino ai 12 anni passavo delle giornate entusiasmanti immergendomi letteralmente nel rettangolo di un campo di calcetto, si andava a giocare con i ragazzi del quartiere al campetto del prete, mitico Don Cesare, sotto alla scuola media cocchi…..a volte entravamo di nascosto dalla porta della palestra della scuola e li consumavamo i primi baci…poi per imitare i più grandi i primi tentativi di fumare una sigaretta, ci si nascondeva in qualche sottoscala all’aperto e giù gran tossite e occhi che si rigiravano…hahaha…ora che scrivo la mia mente fa un passo indietro e prima del calcetto, d’inverno stavo con le mie amiche di quartiere delle quali mi sono innamorato a rotazione e si faceva un sacco di giochi...quello che a me piaceva di più era il gioco della bottiglia….poi crescendo mi sono dovuto accontentare dei quattro cantoni…poi si giocava a “pistolero” che consisteva nello spararsi con pistole inesistenti ossia prodotte dalla nostra fantasia del tipo “guarda che ti ho sparato col bazzuga”… dai 14 anni in poi l’era del motorino e della piscina con partite di beachvolley che non finivano più…Cosa direi ai più giovani di me? Sperimentate ed esplorate il mondo!!! Vivete, sperimentate emozioni, sognate, illudetevi, fate i vostri errori e ricordatevi di Imparare da tutto ciò!!! Imparate dalla vita senza arrendervi ad essa, coltivate fiducia, speranza e ricercatela nelle persone che hanno raggiunto risultati concreti. Ascoltate ciò che vi dicono gli altri, i vostri parenti, i vostri insegnanti e mettetelo in discussione, sviluppate un vostro pensiero critico cosi che possiate divenire Voi Stessi. Allontanatevi dalle scuse e dal lamentarvi e seguite piuttosto i vostri sogni e se qualcosa non va utilizzate il pensiero critico per mettervi in discussione e rivedere il vostro operato!!! Usate facebook e ogni altro strumento virtuale ricordandovi che i vostri campioni e i vostri ideali sono quelli che poi scendono in campo, che devono trovare una dimensione concreta, relazionale in cui entrano in gioco paure, desideri, vergogna, ambizione e tanto altro! Fate al massimo ciò che state facendo, sperimentatevi, tifate la vostra squadra del cuore e ricordatevi che sarà vostro compito essere i primi tifosi di voi stessi. A noi dico seguiamo i nostri sogni come un pescatore segue, di notte in mezzo al mare, una stella per trovare la sua casa!

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