giovedì 6 dicembre 2012

ENERGIE TUDERTI: LORENZO RELLINI



Lo conosco da sempre, io abitavo al terzo piano, lui al primo. Con suo fratello Michele siamo cresciuti insieme. E' un grande lavoratore come i suoi genitori, persone stupende, ed ogni giorno con dedizione e passione si dedica alla sua attività. Ecco a voi Lorenzo Rellini.


Presentati. Di te ci interessa tutto, età studi formazione professione gusti. Ma anche ciò che ritieni di essere stato, ciò che ritieni di essere oggi ( anche cosa saresti voluto) e che vorrai rappresentare in futuro.

Lorenzo Rellini, 31 anni, nato a Todi ed amante della mia città. Todi mi ha visto crescere e vivere un’adolescenza piuttosto burrascosa che ha portato cambiamenti importanti nel mio modo di affrontare la vita. Sognatore incallito e testardo sono convinto che si possa vivere dei propri amori e passioni. Amo la natura e gli animali, per questo dieci anni fa ho iniziato pian piano a creare l’azienda agricola “ Tashunka”, che ha come principale attività l’equitazione. Sono infatti istruttore sia di equitazione che di tiro con l’arco tradizionale. Pratico l’Aikido, un’arte marziale giapponese molto affascinante. Mi piace lavorare il cuoio, cantare e suonare la chitarra. A maggio insieme alla mia compagna ed altri amici, abbiamo costituito l’associazione sportivo-culturale “Tribù Tashunka”, di cui sono presidente: una sinergia di differenti attività che hanno come scopo comune quello di promuovere l’educazione ambientale e il benessere psico-fisico e sociale. Anche se dal punto di vista economico è dura andare avanti, la mia più grande gratificazione è la partecipazione delle persone che mi sono intorno, il loro interesse, il loro apprezzamento e la loro stima. Vorrei un giorno poter dimostrare che se ci si impegna nel rincorrere un sogno e non ci si lascia abbattere dalle difficoltà, si può anche riuscire a realizzarlo…persino a Todi!


E’ vero che a Todi non si riesce, soprattutto da parte dei giovani, a portare avanti progetti innovativi? Se sì perché? Perché non ci sono di questi giovani o mancano risorse mezzi o canali organizzativi e politici?


Dei Tuderti andati a cercar fortuna altrove si dice spesso che siano stati molto coraggiosi. Io non dico il contrario, ma non mi sento da meno nell’essere rimasto qua. Credo che si possa essere definiti coraggiosi anche nel decidere di rimanere, cercando comunque di realizzarsi perseguendo i propri obiettivi di vita e contribuendo così anche al miglioramento della propria città. È vero che a Todi è molto difficile realizzare progetti, ma non per la mancanza di giovani, che anzi non sono privi di idee ed entusiasmo, piuttosto per il loro rimanere nell’ombra senza “buttarsi” e prendere iniziative. Vi sono inoltre dei motivi più rilevanti: troppo spesso ci si trova di fronte ad istituzioni che anziché aiutare, complicano, dissuadono o, peggio ancora, ostacolano la realizzazione dei progetti. Dall’altra parte ci sono i cittadini, quasi mai partecipi e interessati, quasi sempre distanti ma pronti a criticare, dai quali non è facile ottenere collaborazione e coinvolgimento. Credo che Todi si senta molto più “grande città” di quanto non lo sia realmente, spesso nascondendo il grande valore della sua storia, delle sue tradizioni e del suo territorio, per mostrare soltanto una facciata “da capoluogo” che quasi sempre non regge. Si tende sempre alla realizzazione di progetti colossali, che spesso non ottengono i risultati desiderati, a discapito di altri progetti, anche minori, che meriterebbero di essere approfonditi e sviluppati e che soprattutto godrebbero di una maggiore popolarità e partecipazione.


Tu, nel tuo settore di competenza, che progetti proporresti? E saresti capace non solo di lanciare l’idea ma anche di programmarli e gestirli?


In questo periodo cosi difficile, soprattutto per chi come me non offre beni o servizi di prima necessità, c’è il bisogno di inventare e di proporre sempre nuove cose per cercare di suscitare maggiore interesse. Perciò quello che faccio è lanciare in continuazione nuove idee, per valutare e poi cercare di attuare quelle migliori. Abbiamo molti progetti che stanno pian piano prendendo forma. Dico “abbiamo” perché tengo a precisare che gran parte di questi sono frutto di una stretta collaborazione con magnifiche persone che mi sono accanto, e che approfitto per ringraziare ufficialmente. Con le amiche e gli amici di “Tribù Tashunka” siamo partiti quest’estate con i “campi estivi multi attivi” che hanno avvicinato molti bambini alla natura e al nostro territorio, svolgendo con entusiasmo diverse attività sportive, naturalistiche e culturali. Attualmente stiamo riproponendo tali attività sia in una versione invernale, con incontri pomeridiani settimanali, sia come progetti rivolti alle scuole della zona. Altro bel progetto è “Il piccolo villaggio”, che si pone come ambizioso obiettivo quello di arrecare benefici a persone e bambini con problematiche psico-fisiche tramite la cura del cavallo ed il tiro con l’arco. In collaborazione con l’associazione “Arcus Tuder”, oltre all’organizzazione della gara di campionato italiano FITAST di tiro con l’arco durante il carnevale medievale (che spero vivamente si svolga regolarmente anche quest’anno), mi occupo di insegnare il tiro con l’arco alla scuola media G.Cocchi, che ci ha visti negli scorsi anni raggiungere ottimi risultati durante i giochi della gioventù, sia a livello regionale che nazionale. Con il mio amico e Maestro Francesco Prosperi abbiamo riportato a Todi, presso il Palazzetto dello Sport, la pratica dell’ “Aikido”, a mio avviso una tra le più belle arti marziali esistenti, sperando di coinvolgere un sempre maggior numero di persone. Oltre alle principali attività di scuola di equitazione e passeggiate, gestite in collaborazione con il mio amico Matteo Saraca Volpini e la pensione per cavalli, il mio progetto più ambizioso è di far divenire il posto che ho realizzato una “palestra” per la pratica di molteplici attività all’aria aperta.


La parola che fa rima con estate è giovani: lì, in quei mesi, le esperienze, le amicizie, gli amori si portano dietro suggestioni che ci rimangono dentro per sempre. Racconta la tua suggestione, quella che porterai con te ovunque andrai.

Già, estate fa proprio rima con giovani e quelle che mi sono rimaste più nel cuore sono quelle di qualche anno fa. La spensieratezza e quel pizzico di incoscienza in più hanno reso momenti apparentemente semplici in momenti unici e indelebili ma sono convinto che ciò che li ha resi così speciali sia stato il fatto di viverli “insieme”. Perché si stava insieme e ci si stava solo per piacere di starci. Ricorderò sempre un’estate in particolare, una delle prime al maneggio, dove era un continuo via vai di amici e conoscenti che passavano a trovarmi anche solo per un saluto. Poi bastavano due telefonate, qualcosa da mettere sotto i denti, della buona musica e all’improvviso ci si ritrovava in tanti e senza tante pretese le risate erano assicurate. Bastava così poco per stare bene e ne ero felice. Ora per motivi di interesse, di lavoro, di famiglia e di tempo ci siamo tutti un po’ allontanati, credo comunque che il bisogno e la voglia di stare insieme dovrebbero essere il collante di tutte le estati, ma anche degli inverni e di tutta la vita.


Cosa vorresti dire a quelli che oggi sono più giovani di te, ai sedicenni ai diciassettenni? Non fate i nostri errori o fate come noi che….Fatevi sentire, organizzatevi o cos’altro?


Ai giovani direi di fare errori e di farne tanti, ma di farli per cercare di realizzare i propri sogni, di farli nel darsi fare, di farli per non darsi per vinti, di farli per imparare e di farli per poi insegnare. Direi loro di non vergognarsi delle proprie origini nascondendosi dietro modelli standardizzati ed impersonali ma anzi, di conoscere ed amare la propria terra e le proprie tradizioni per poi rinnovarle e trasmetterle a loro volta con orgoglio. Direi loro di vivere a pieno ciò che li circonda perché c’è bisogno di loro per migliorarlo. Direi loro di stare uniti e di stare insieme sempre, di mettere da parte le idee politiche, il quartiere di appartenenza, il bar che si frequenta e tutto ciò che li divide a priori, perché se guardano bene sono più le cose che li accomunano rispetto a quelle che li dividono. Direi loro di non essere indifferenti, di apprezzare e di cercare la bellezza nelle cose più semplici ed umili e spesso anche insignificanti. Chiederei loro collaborazione, entusiasmo, passione e partecipazione perché, come dice un grande cantautore, “libertà è partecipazione” ed io sono d’accordo con lui.

1 commento:

  1. Finalmente la voce di una persona che non ha fatto stage e non è andato al college, non è un cervello in fuga ne uno Young Urban Professional. Finalmente respiro e mi sento più vicino. Il luogo di Lorenzo ed Elisa è un'avamposto resistente all'era della rivoluzione tecnologica, se vuoi parlare di iphone e y pad, non è il posto per te. Lì si respira il profumo di un mondo (non ) ancora perduto, non un progetto di sviluppo agricolo, ma il sogno stratificato di una persona profondamente legata alla natura e alle esperienze degli "antenati", senza cadere nell'immagine banale di un luogo isolato, perchè è invece vero che tanto mondo reale passa da Lorenzo; un crocevia di viaggiatori, quasi una " tribù" di varia natura umana in una enclave nascosta tra i boschi poco sopra il Borgone del Falco, che porta con se i sogni ed i segni di tante esperienze vissute. Credo che chiunque voglia fare "pace col cervello" o educare i propri figli ad un diverso modo di concepire il futuro, dovrebbe conoscere questo luogo-universo.

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