giovedì 16 agosto 2012

ENERGIE TUDERTI: GIACOMO TROIANIELLO




Ho avuto il piacere di assistere ad un suo spettacolo ed è bravissimo. Di lui mi è rimasta impressa l'intensità, la capacità di fare monologhi lunghissimi e la dizione. Signore e signori ecco a voi Giacomo TroianIello.

Presentati. Di te ci interessa tutto, età studi formazione professione gusti. Ma anche ciò che ritieni di essere stato, ciò che ritieni di essere oggi ( anche cosa saresti voluto) e che vorrai rappresentare in futuro. 

Mi chiamo Giacomo Troianiello, sono nato a Todi, ed ho compiuto 24 anni pochi giorni fa. Sono diplomato alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino e mi appassiona l’idea e perseguo il fine di definirmi attore a tutto tondo. Chi mi conosce sa che, in fatto di gusti, sono un appassionato di stracciatella. E’ uno di quei sapori che, temo, non mi stancherà mai. Gelato a parte, non ho mai pensato a quali fossero i miei gusti, nel senso più alto del termine. Sono dannatamente giovane, lo scoprirò col tempo. Oggi penso di essere ne più ne meno di quello che sento di essere, senz’altro in buona parte diverso da quello che sento dire di essere. Ma questa, sospetto, sia la storia di tutti. Per il futuro, attendo e mi armo. E’ l’unica guerra che vale la pena sostenere.

E’ vero che a Todi non si riesce, soprattutto da parte dei giovani, a portare avanti progetti innovativi? Se sì perché? Perché non ci sono di questi giovani o mancano risorse mezzi o canali organizzativi e politici?

 Io credo sia sbagliato disegnare il quadro della situazione. “La” situazione non esiste. Esiste un periodo storico dove è difficile portare avanti qualsiasi cosa. Richiede uno sforzo di gran lunga maggiore dello studio e una dose di carattere che non è scontato avere ma che viene pretesa. Con ciò non voglio schierarmi. Vale a dire, non voglio far parte di chi sia pro-bamboccioni o contro lo Stato che… . I politici appartengono ad una categoria delicata e difficile da difendere. Ma credo che sbaglierei dedicando la mia personale indignazione a loro. Credo sia più produttivo che i giovani guardino altrove, avanti e pensino insieme, non individualmente. In una società dove l’uomo è sempre più il mezzo e non più il fine, non possiamo permetterci, temo, come giovani, di sostenere questa idea economica. Dobbiamo tornare a dialogare tra di noi e convincerci che, insieme, abbiamo molte più possibilità che singolarmente. Progetti innovativi?! Cosa sono? A dirla facile, esistono progetti interessanti e progetti che non lo sono. Le idee non scadono mai.

Tu, nel tuo settore di competenza, che progetti proporresti? E saresti capace non solo di lanciare l’idea ma anche di programmarli e gestirli?

 Da diversi anni collaboro con l’associazione culturale Arebur, che propone attività laboratoriali di alto profilo e realizza spettacoli presentati più volte alla città. E’ una associazione di professionisti, che sta crescendo grazie all’esperienza di chi la vive, la nutre e crede in essa. Personalmente mi stupisco sempre un po’ della difficoltà di “fare teatro”, oggi, in una città come Todi, votata da tempo alla cultura e storica culla di importanti artisti e performers. In questo periodo così burrascoso è fondamentale avere sostegno ed avvertire la possibilità di dialogare anche, e soprattutto, con le istituzioni. Stiamo ideando qualcosa da proporre alla Città, ma che non rivelo per rispetto dei compagni che non sanno di questa intervista. Come Giacomo mi piacerebbe moltissimo, e non tarderò a proporlo concretamente, che il teatro Nido dell’Aquila venisse affidato alle associazioni culturali-teatrali tuderti, con un calendario di prove co-gestito dai rispettivi presidenti, dove potersi esibire liberamente, provare e dialogare insieme, creando, così, un polo attrattivo di pura arte. Le agevolazioni economiche di cui abbiamo sentito parlare sinora, purtroppo, non sono sufficienti ad aiutare chi soldi da spendere non ne ha. E’ quindi importante, vitale e più giusto che le chiavi di un teatro siano nelle mani di chi il teatro lo fa. Sarebbe davvero Un evento. Sarebbe un esempio.


La parola che fa rima con estate è giovani: lì, in quei mesi, le esperienze, le amicizie, gli amori si portano dietro suggestioni che ci rimangono dentro per sempre. Racconta la tua suggestione, quella che porterai con te ovunque andrai.

 Mi fa sorridere pensare ad una suggestione in particolare. Parlerei volentieri di quanto ammiri l’iscrizione metallica, appena fuori l’ascensore dei Giardini Oberdan, dove si leggono le parole di D’Annunzio che cita Todi tra le sue “Città
del Silenzio”, ma, parlando del silenzio tuderte, rischierei l’impopolarità e, di questi tempi, non conviene; del desiderio incessante di portarmi chiunque a parlare sulle scale del duomo, sulle scale di San Fortunato, ai tavoli di Pianegiani o in piazza Garibaldi o al Tempio della Consolazione, ma è un tema che è stato già trattato; dei saluti amichevoli, delle occhiate furtive, dei gesti stizziti, delle chiacchiere e dei chiacchiericci che vivono nelle bocche di tutti, giovani e meno, e che danno vita alla città; delle sagre, delle “feste del…” dove si mangia e si beve spensieratamente e si ritrovano vecchie conoscenze perse di vista. Charles Bukowski diceva “la gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.”. Pertanto… Parlerei davvero di tutta questa bellezza. Tutte suggestioni che, quotidianamente, mi colpiscono e che non smettono di alimentare, in me, il fuoco e l’amore per questo piccolo-grande paese. E’ inevitabile portare Todi con me, ovunque vada. Che sia Todi estiva, invernale, autunnale o meravigliosamente primaverile. Ma, a dirla veramente tutta, riscoprirla, ogni qual volta torno da lontano, è la suggestione più forte. Appena oltre la collina d’asfalto, poco prima dell’uscita Fratta Todina, io vedo Todi a qualsiasi ora del giorno e sento che il respiro si distende, le tensioni cessano ed una innaturale tranquillità mi rapisce. Da lì un breve percorso alberato in salita, poi una timida discesa bianca e la macchina che si spegne. Finalmente a casa.

Cosa vorresti dire a quelli che oggi sono più giovani di te, ai sedicenni ai diciassettenni? Non fate i nostri errori o fate come noi che….Fatevi sentire, organizzatevi o cos’altro? 

Direi di non fare come noi, di non fare come loro, di non fare come… Ma di essere. Siate e siatelo semplicemente.

3 commenti:

  1. Carissimo Giacomo ti auguro tutto il bene del mondo!!

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  2. Ho visto il Misantropo l'anno scorso, bravissimi te e Livia. Continuate cosi e mantenete alto il nome di Todi.

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  3. Bellissima la frase finale. Bravo Giacomo! Chiara

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