Riforma geografia giudiziaria: unanimità in Consiglio inutile?
Venerdì 10 agosto il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, a poco più di 24 ore di distanza dal Consiglio comunale di Todi dove, all’unanimità, veniva votato l’unico punto all’ordine del giorno sulle sorti della (ex?) Sezione distaccata di Todi del Tribunale di Perugia.
Tra i commenti del Ministro Severino a margine della notizia colpisce che ha voluto sottolineare le posizioni diversificate nei pareri espressi sul decreto dalle commissioni parlamentari e la decisione, “in piena sintonia con il Consiglio dei ministri”, di valorizzare l’unica “linea direttrice comune” nei due documenti riguardante il mantenimento di alcuni presidi giudiziari. In questo caso, il parere concorde delle commissioni parlamentari ha determinato il mantenimento di sei tribunali rispetto allo schema del decreto approvato il 6 luglio 2012.
Per tutte le altre questioni sembra che lo schema del decreto sia stato confermato in toto, inclusa la soppressione della Sezione distaccata di Todi e gli accorpamenti specificati nelle schede analitiche allegate all’atto del Governo n. 494 che è stato sottoposto a parere parlamentare. In queste schede viene argomentata la decisione dell’accorpamento delle sezioni distaccate di Foligno e Todi al Tribunale di Spoleto sostenendo, tra varie cose, che “la minore distanza tra Terni e Todi non giustifica, di per se sola, una deroga al criterio del riequilibrio dei territori all’interno della stessa provincia”.
Alla luce di questi dati di fatto i giochi sembrano ormai fatti, non c’è stato il tempo sufficiente per intervenire prima che il Governo prendesse una decisione definitiva in merito al decreto e cresce il rammarico per il comportamento del centro-destra tuderte.
In primo luogo, a partire da quando era forza di governo, il centro-destra non ha mai operato mettendo in atto tutto quanto fosse idoneo al raggiungimento degli obiettivi che ora caldamente sottoscrive. Di sicuro c’erano le condizioni per ottenere almeno un parere della Commisssione Giustizia al Senato concorde con quello della Camera in modo da dare più forza alle esigenze della città di Todi davanti al Ministro.
In secondo luogo, i capi gruppo della minoranza in Consiglio comunale hanno proposto il rinvio del punto all’ordine del giorno del 3 agosto scorso lasciando così passare giorni preziosi che sarebbero stati molto utili per far sentire la voce della città di Todi a chi stava per prendere decisioni. La proposta di rinvio appare oggi decisamente strumentale a favorire gli obiettivi di chi, da una posizione molto privilegiata in Senato, ha sempre fatto pressioni per l’accorpamento di Todi con Spoleto. A poco vale l’argomentazione che tutto il Consiglio comunale, a parte il sottoscritto che sottolineava l’urgenza di una presa di posizione chiara, è stato concorde: bastava un solo voto favorevole al rinvio per evitare comunque la discussione dell’ordine del giorno.
Nonostante la situazione sembri ormai compromessa la speranza è che ci siano ancora i margini per ottenere che qualche argomentazione contenuta nei pareri delle commissioni parlamentari venga accolta prima della pubblicazione del decreto legislativo. Bene fanno i sindaci Rossini e Todini a tenere alta l’attenzione e a continuare a lavorare per scongiurare l’inaccettabile accorpamento con il Tribunale di Spoleto. Solo così si può alimentare la speranza che il voto unanime in Consiglio non sia stato inutile e che del dibattito delle ultime settimane rimangano solo parole, come cantava Mina, “… parole soltanto parole, parole tra noi”.
Massimiliano Gioffrè, Consigliere Comunale del Partito Democratico
Se lo devono mette a Spoleto è meglio che lo mettono a Roma e via.
RispondiEliminaAh Vanni i commenti te li metti tutti da solo...e daje suuuuuuuuuu
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