In merito al documento di Andrea Vannini (capogruppo PD Comune di Todi), che bene ha fatto nel mettere in evidenza le problematiche che caratterizzano da alcuni anni il Parco del Tevere, vorrei aggiungere alcune considerazioni che potrebbero essere utili per la soluzione del problema dei danni causati dai cinghiali e soprattutto aprire una discussione utile per la gestione di alcune specie che sono presenti all’interno della superficie tabellata.
Il problema cinghiali all’interno di OASI e PARCHI sta creando seri problemi in tutta la regione Umbria e non solo a Todi; le cause che hanno portato questo problema a livelli esasperati sono diverse:
- Come evidenziato da Andrea, la prima causa è di certo l’ impossibilità di cacciare suddetto animale trovandosi lo stesso all’interno di una zona a divieto di caccia programmata.
- Il secondo problema deriva dalla mancanza di censimenti o quantomeno stime atte a fornire numeri seri sull’effettiva popolazione del cinghiale all’interno dell’area parco.
- La mancanza di un Ente Parco che, insieme alle Istituzioni, fornisca numeri sulla popolazione degli animali all’interno di esso, determinando la gestione con piani di abbattimento atti a ripristinare la giusta densità (8-12 esemplari per km²) al 31 dicembre di ogni anno.
- La mancanza di selettori specializzati previo corso Provinciale per operare sulla specie cinghiale all’interno della superficie del Parco del Tevere.
- Autorizzazione di girate (massimo 6 persone con 2 cani con soggetti iscritti alle squadre limitrofe e confinanti dei comuni compresi nel Parco) nel bimestre gennaio-febbraio, ovvero prima della riproduzione degli animali come già avviene in altre aree protette della Regione Umbria.
Detto ciò non ho la presunzione di dire con certezza che il problema sarà risolto, ma di certo avremmo molti meno danni a beneficio degli agricoltori a cui dovrebbero essere ridistribuiti tutti gli incassi derivanti dalla vendita della carne degli animali abbattuti, con conseguenti benefici per le Istituzioni che andrebbero a rinvigorire le proprie casse con somme di denaro esterne a quelle già programmate in bilancio.
Chi scrive è un cacciatore che considera il Parco del Tevere come serbatoio naturale per animali di ogni genere, anche per quelle specie di interesse venatorio; purtroppo, fatta eccezione dei tanti cinghiali e, in questi ultimi anni, di una popolazione in espansione di colombacci, cervidi e bovidi, ho potuto solo constatare l’aumento vertiginoso delle specie critiche (corvi,cornacchie, volpi, gazze, storni, eccetera) a discapito di animali come il fagiano, la lepre, la starna, la pernice, eccetera, anzi con il passare del tempo, si è avuto un calo delle suddette specie causato dalla vecchiaia della popolazione derivante dal mancato rinnovamento naturale per colpa di consanguineità di esse che, in aggiunta ai tanti predatori sopra menzionati, hanno notevolmente ridotto la densità di questi animali.
Pertanto, come per il problema cinghiale, sarebbe opportuno creare un’equipe di studiosi (zoologi, agronomi, agronomi forestali e biologi) al fine di trovare soluzioni atte a ripristinare il giusto equilibrio tra le tante specie che vivono all’interno del Parco del Tevere.
Concludo proponendo un serio ripristino di un gestore del Parco formato dalle varie componenti (tecnici, agricoltori, ecologisti e cacciatori) al fine di una sana collaborazione per risolvere le problematiche per il bene di tutti i cittadini.
Come cacciatore iscritto alla FIDC (Federazione Italiana della Caccia) mi farò promotore di portare le relative problematiche del Parco a conoscenza della mia associazione e comunque do da subito la mia disponibilità a collaborare per trovare una soluzione a tutte le problematiche evidenziate in questi documenti a partire dal problema danni cinghiali.
Da facebook Matteo Pitero:
RispondiEliminaUn altro ente? Un altra commissione come quella istituita per dare il nome all'ospedale di Pantalle? Che vento nuovo!
Non ho assolutamento detto di creare un ente nuovo, ma di sostituire chi oggi gestisce il parco visto che le comunità montane dal 30/06/12 non sono più in essere e di conseguenza il nostro parco è senza responsabili, aggiungo che non è necessario creare nuovi cda per determinare nuove spese... Sono certo che tra di noi c'è gente a cui sta a cuore il funzionamento del parco del Tevere che lo gestirebbe senza pretendere retribuzioni varie e assortite... seguendo il funzionamento delle associazioni dei cacciatori che sono composte da volontari senza stipendio. Fabrizio Guazzaroni
RispondiEliminaDa facebook Matteo Pitero:
RispondiElimina"Pertanto, come per il problema cinghiale, sarebbe opportuno creare un’equipe di studiosi (zoologi, agronomi, agronomi forestali e biologi) al fine di trovare soluzioni atte a ripristinare il giusto equilibrio tra le tante specie che vivono all’interno del Parco del Tevere." Chi l'ha scritto?
Io sottoscritto Fabrizio Guazzaroni, ed ora se è interessato ad una discussione seria e costruttiva le spiego: tra le varie componenti Istitizionali (Provincia, Regione,atc ed osservatorio regionale)ci sono tecnici dipendenti dei vari Enti che dovrebbero essere messi nelle condizioni di lavorare ed esprimere pareri anche per quel che riguarda il Parco del Tevere visto che vengono stipendiati con soldi pubblici e quindi anche con contributi dei cittadini che risiedono nei vari comuni del parco... pertanto mi sembra chiaro che il sottoscritto non intende creare nuovi carrozzoni che andrebbero a pesare sulle spalle dei contribuenti ma semplicemente usufruire delle conoscenze scientifiche di esperti in materia già in essere nei vari Enti Pubblici... come la legge ci consente.
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