martedì 3 luglio 2012

COLLE DI TODI, PARCO DEL TEVERE E DANNI DA CINGHIALI.



Come si sa quasi tutta la superficie del Colle è area del Parco del Tevere e, come tale, soggetta a tutte le regole che la rendono protetta sotto molti profili. Questa individuazione certamente ha portato a molti benefici per la flora e la fauna autoctona ed anche per la vivibilità complessiva della zona: pensiamo solo al fatto che, non essendovi stato più possibile cacciare, si sono accantonati i pericoli legati all’uso di armi in una zona fortemente antropizzata.
Con ciò ovviamente non si vuole dare un giudizio negativo sulla caccia, anzi il ragionamento che faremo porta a sottolineare aspetti e problemi la cui risoluzione va esattamente nel segno opposto.
Perché diciamo questo? Perché arrivano segnalazioni che si sia determinata una situazione di sovrappopolamento della specie cinghiale, dovuta sia al fatto che, appunto, non vengono cacciati sia a quello che si rifugiano sui fianchi del Colle branchi di essi dalle zone limitrofe dove è possibile effettuarne l’abbattimento in battuta regolare.
Pare che la questione stia diventando pericolosa sotto diversi aspetti: il primo è legato ai danni sempre più frequenti a coltivazioni, orti e giardini; il secondo è che tali danni si stanno verificando anche a strutture murarie, come muretti pollai conigliere e piccionaie o rimesse agricole. Il terzo è ipotetico ma mica tanto: vengono avvistati ormai anche sulla Provinciale e sulle strade Comunali che cingono il nostro Colle e si avviano, purtroppo, a divenire un problema per la sicurezza in auto.
Tutto ciò è ancora più complicato dalla situazione istituzionale che presiede o dovrebbe presiedere e intervenire: infatti il Comune non ha alcuna competenza diretta, l’Ente Parco non opera più da tempo (sarebbe stato interessante ad esempio intraprendere negli anni una indagine progressiva nel tempo sulla quantità e qualità della fauna presente) e presso la stessa Comunità Montana è indaginoso reperire dati. 
La Provincia può intervenire o direttamente impegnando le sue Guardie o demandando ai selettori, di concerto sempre con esse, cioè a quei cacciatori professionisti che perseguono l’abbattimento in condizioni di assoluta sicurezza: infatti sembra ovvio che il contenimento della specie debba essere realizzato dai singoli cacciatori a ciò istruiti e formati e non da battute in squadra, irrealizzabili in questo ambiente, anche se indubbiamente più efficaci.
Tutti questi problemi non ci possono però far chiudere gli occhi di fronte ad una situazione che pare stia oggettivamente superando i limiti della sopportazione da parte degli abitanti di alcune zone specifiche e che può apportare problemi alla sicurezza di cose e persone. Per questo motivo vogliamo iniziare una campagna di sensibilizzazione e di conoscenza diretta: invitiamo i cittadini che sono in possesso di informazioni più dettagliate a scriverci o a contattarci direttamente, gli operatori del settore, ad esempio le Guardie venatorie o le Forestali a mandarci notizie e proposte, e ciò vale anche per le Associazioni dei cacciatori in loco. Per poter fare entro Luglio un primo punto della situazione e cercare soluzioni efficaci e coordinate.
Grazie per l’attenzione.
Andrea Vannini.
Capogruppo PD. 
Numero telefono 3284295453


8 commenti:

  1. Un branco numeroso c'è di sicuro e gira attorno alla exfornace. Ormai si avvista la sera per la strada che porta da Cibocchi o quella che va aPontecuti.

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  2. Da cacciatore di cinghiali non mi entusiasma far fare abbattimenti a dei selettori. Meglio farli fare ha cacciatori residenti nel comune e iscritti a gruppi cinghialisti del comune, magari in gruppi da 6/7 persone, con l'ausilio di 2/3 cani, naturalmente sotto lo stretto controllo di Guardie Forestali o della Polizia Provinciale che indicheranno le zone + idonee per la "cacciata".
    Sicuramente facendo in questo modo si avranno molti più risultati degli abbattimenti all'aspetto dei selettori.
    R.M.

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  3. Quella dell'anonimo è una proposta seria da mettere nell'ordine di tutte quelle urili.Non va assolutamente scartata!Magari sipotrebbe integrare i selettori con questa e fare un programma annuo. Bisogna comunque interessare le Guardie Provinciali, non ci sono scuse.

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  4. Di certo con la caccia al cinghiale in tre o cinque si potrebbero abbattere in numero considerevole e senza i pericoli che ci potrebbero essere per trenta o quaranta cacciatori.

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  5. A mio parere va molto bene l'intervento del selettore,lo stesso però va assolutamente integrato con il metodo della girata (cacciarella) per il semplice motivo che la stessa è poco impattante e produce ottimi risultati.

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  6. A mio avviso i selettori in questo caso fanno + danni che altro.
    I selettori riuscirebbero ad abbattere soltanto i cinghiali che escono a mangiare nei campi e dopo averne abbattuti 1 o 2 gli altri si sposterebbero rendendo l'appostamento del giorno dopo inutile, e dovrebbero cambiare posto ricominciando da capo, rendendo le girate poco fruttuose per il continuo spostamento dei cinghiali.
    Invece con le girate si abbatterebbe un numero consistente di cinghiali con pochissimo impatto e con la felicità dei residenti che non vedranno + questi animali nei giardini, e dei cacciatori Tuderti che non si vedranno abbattere i cinghiali nel proprio territorio da cacciatori "forestieri".

    R.M.

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  7. Esattamente si dovrebbe fare prima di tutto un censimento dei cinghiali ma certo da parte di chì? Dalla provincià. o forse basterebbe solo ascoltare i cittadini la gente che abita sui fianchi del Colle

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  8. Salve a tutti, mi dispiace dover andare contro a molti di coloro che hanno scritto in precedenza. Vorrei sottolineare che vi sono selecontrollori che risiedono nel comune di Todi, che conoscono molto bene le zone interessate al problema e che, soprattutto, conoscono molto bene la particolare caccia al suide. Dire che i selecontrollori facciano dei danni e' dire una emerita baggianata, visto che tali discepoli di Diana non si sono muniti di questo titolo tramite raccolta punti, ma bensì partecipando ad un corso, fra l'altro abbastanza impegnativo, con relativo esame. Capisco che molti partecipanti a squadre di cinghialisti vedono l'intervento dei selecontrollori come uno spauracchio, fondamentalmente perché sono arroccati ancora ai vecchi stereotipi di gestione delle specie. A coloro che propongono la così detta "cacciarella" o "girata" vorrei far notare che questo tipo di azione deve essere svolta in non più di 6 persone, "canaro" compreso e con non più di un solo cane, normativa vigente. Non c'è sicuramente bisogno di sottolineare a questi specialisti delle "battute" che con un solo cane non si riesce, per la maggior parte delle volte, a muovere un cinghiale di grosse dimensioni o una mandria di "scrofe" accompagnate dai propri piccoli, inoltre questa tipologia di cacciata e' quella che maggiormente provoca incidenti fra cacciatori. Io credo, invece, che gli abbattimenti per il contenimento della specie debbano essere fatti in ambe due i modi, con un'azione combinata e che possa garantire un contenimento più omogeneo nelle classi di età, infatti e' sicuramente più facile abbattere un grosso "verro" genetico all'aspetto invece di stanarlo da una "rimessa" in pieno giorno con un solo, e povero, cane. Sono ormai abituato a sentire scusanti di vario genere, da parte delle squadre i quali pensano che i cinghiali presenti nel parco possano poi essere abbattuti nella stagione venatoria fuori da esso. Riassumendo: gli abbattimenti programmati per il contenimento della specie sono uno strumento altamente tecnico, da non prendere come un divertimento o per uno strumento di ritorsione fra selecontrollori e squadre di cinghialisti, il vero Cacciatore si unisce a tutti coloro che hanno come intento il mantenimento dell'ambiente in cui viviamo, e deve essere sempre presente e disposto a collaborare con chi ha lo stesso interesse, soprattutto per spiegare e far comprendere che un'adeguata gestione faunistica e l'unico modo per conservare le specie e la biodiversità. Soprattutto a coloro che si innalzano a "verdi" paladini contro ogni tipologia di attività venatoria, vorrei far comprendere che a volte dobbiamo ricorrere a drastici interventi per contenere ciò che "naturalmente" l'antropizzazione del luogo ha causato, la chiusura all'attività venatoria di enormi zone ed il mancato controllo di esse, le coltivazioni, sia in larga scala che a livello casalingo, ha portato ad un enorme incremento soprattutto della specie Cinghiale, vorrei informare per chi non fosse del settore che questa specie ha un incremento medio annuo di oltre il 100x100, facile comprendere che se non si pone un limite fra poco avremo situazioni che in altre città provocano seri disagi, vedi Genova. Credo quindi che a tal proposito si debba intervenire concertando la presenza sia delle squadre di cinghialisti della zona sia di selecontrollori, il tutto coadiuvato dalle Guardie preposte al controllo di tali attività e soprattutto con il serio e gradito aiuto da parte della cittadinanza che vive questo problema in prima persona. Scusandomi per alcuni termini "tecnici" ringrazio della Vostra attenzione, un selecontrollore e cinghialista F.F.

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