Finalmente si vede la fine del bicameralismo (im)perfetto. Con la famiglia
Addams che va in vacanza sull’Aventino.
Anni e anni di immobilismo
politico al grido di “si fanno le riforme solo se siamo tutti d’accordo”, hanno ridotto il Paese ad un
vascello senza comandante e molti Schettini a bordo. Dove, per prendere una
decisione legislativa in Parlamento, anche la più insignificante, occorre
passare come minimo per due letture, una in Senato e una nella Camera dei
Deputati, poi sotto il giogo di migliaia di emendamenti e inutili postille: con
il risultato di una inefficienza notevole della filiera decisionale.
Nella migliore delle ipotesi,
così, si realizza che, per attuare una leggina, occorrano tempi biblici e,
nella peggiore, lo sbarco di essa nel porto delle nebbie; che il bastone del comando vero insomma,
continua ad essere tenuto, come sempre, dalla burocrazia e dalle Caste.
Un sistema inefficiente soltanto
italiano a dire la verità: in ogni parte del mondo, dove vige la democrazia
rappresentativa di stampo liberale, esiste una sola Camera con potere
decisionale e chi vince le elezioni, un minuto dopo la chiusura delle urne, può
dare attuazione al programma, sotto la ovvia sorveglianza e il controllo della
minoranza.
Il governo ha portato avanti,
perciò, la riforma del bicameralismo cosiddetto perfetto ed ha sollecitato, in
Parlamento, il coinvolgimento delle opposizioni, come di regola: una riforma
che andava votata per semplice buon senso.
Bene, è successo il finimondo:
che fosse lecito attendersi le contestazioni sguaiate di una Forza Italia ormai
non solo cinghia di trasmissione di Mediaset ma anche delle sue oscillazioni
borsistiche, era implicito; così come le intemerate leghiste sulla falsariga
della Le Pen in Francia; non ci aspettavamo però l’atteggiamento dei grillini
(fino ad ora pronti a spiegarci sempre la loro battaglia per la innovazione), i
quali, oltre allo scontato diniego, hanno messo in scena una sceneggiata
pazzesca.
La quale, però, un pregio lo ha
avuto: i grillini finalmente, dopo anni di tentennamenti, hanno trovato la loro
identità politica. Essi sono a parole per cambiare e, nei fatti, contro il
cambiamento riformista e a favore del mantenimento conservativo dello stato
quo. Posizione plasticamente evidenziata nella bella foto di gruppo, in cui,
disposti a raggiera assieme agli altri, si pongono a difesa del loro vero capo.
Il Brunetta.
Allegra brigata, vita beata.
Auguri.
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